Il testamento di Lorenzo Orsetti: “Sono morto felice difendendo i più deboli”
Le Unità di protezione dei popoli (Ypg), forze curdo-siriane con cui si era arruolato come volontario in Siria Lorenzo Orsetti, ucciso dallo Stato Islamico in battaglia, hanno diffuso nel pomeriggio la lettera-testamento del fiorentino a sua volta rilanciata sui social network da altri combattenti italiani. La lettera – una consuetudine per tutti i miliziani – si apre con la frase: "Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo".
Lorenzo Orsetti prosegue poi con parole di speranza e coraggio, ma anche con molta ironia: "Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così. Non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto, difendendo i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà".
E ancora: "Quindi, nonostante la mia prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio. Vi auguro tutto il bene possibile e spero che anche voi un giorno (se non l'avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo. Solo sconfiggendo l'individualismo e l'egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili, lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quando tutto sembra perduto e i mali che affliggono l'uomo e la terra sembrano insormontabili cercate di trovare la forza e di infonderla nei vostri compagni. E' proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate sempre che ogni tempesta comincia con una singola goccia. Cercate di essere voi quella goccia. Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole. Serkeftin. Orso, Tekoser, Lorenzo".