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Matteo Messina Denaro

Il tesoro di Messina Denaro, i Ros: “Sequestrati 250 milioni tra titoli, immobili e contanti”

Secondo quanto riferito dal comandante dei Ros Vincenzo Molinese durante la cerimonia per il 32esimo anniversario della strage di Capaci, “finora sono stati sequestrati ben 250 milioni, tra aziende, titoli, immobili, contanti riferibili a Matteo Messina Denaro”. Dopo il suo arresto e la morte, avvenuta nel settembre 2023, i Carabinieri continuano a cercare il ‘tesoro’ dell’ex boss di Cosa nostra.
A cura di Eleonora Panseri
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Aziende, titoli, immobili, contanti riferibili a Matteo Messina Denaro del valore di 250 milioni. È quanto è stato sequestrato finora del ‘tesoro‘ dell'ex boss di Cosa nostra, arrestato a Palermo dopo 30 anni di latitanza il 16 gennaio 2023 e morto pochi mesi dopo, nella notte di lunedì 25 settembre.

A dirlo è stato il comandante dei Ros Vincenzo Molinese, intervenendo alla cerimonia per il 32esimo anniversario della strage di Capaci, tenutasi a Palermo nel Palazzo Jung: "Finora sono stati sequestrati ben 250 milioni, tra aziende, titoli, immobili e contanti riferibili a Matteo Messina Denaro", ha spiegato.

"La mafia riesce a inquinare la società civile. La forza di Cosa nostra è al di fuori dell'organizzazione: riesce a penetrare tra professionisti, istituzioni, è una sua peculiarità", ha aggiunto Molinese. "La manovra di disarticolazione del potere economico e finanziario della mafia continua incessantemente. È fondamentale sottrargli le ricchezze, sia per non farla proliferare, sia per restituire queste risorse ai territori. La geografia economica della ricchezza di Matteo Messina Denaro è complessa e la sua ricerca continua".

"In Cosa nostra non ci sono regole di successione e non c'è un capo conclamato dopo Messina Denaro", ha aggiunto durante l'evento il Procuratore capo di Palermo, Maurizio DeLucia. "Le mafie hanno una storia che dura da almeno 160-170 anni anni – ha proseguito – hanno già vissuto crisi, probabilmente non come questa, ma la hanno superate. Ma il modo di pensare di Cosa nostra non è cambiato. Nelle recenti intercettazioni viene messo in risalto come un mafioso del 2024 ragiona come uno del 1980 – ha ribadito -, il modo di pensare è lo stesso".

Il Procuratore capo ha poi parlato anche di Giovanni Motisi, membro di Cosa nostra e capo del clan Motisi, attualmente inserito in cima alla lista d di massima pericolosità, in fuga da più di 20 anni. "Quello che sappiamo su Giovanni Motisi è che un condannato all'ergastolo, ed è latitante da troppo tempo. Noi abbiamo il dovere di fare cessare la sua latitanza e lo prenderemo".

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