Il terremoto a Roma dell’11 maggio 2011 è una bufala del web. Non di Bendandi
Quali scenari apocalittici avete immaginato per l'11 maggio 2011? Siete anche voi di quelli che pensano ad una catastrofica distruzione della città di Roma? Temete possa scatenarsi un violento terremoto, che risparmierà ben poco della nostra capitale e di ciò che la circonda? La paura corre sul web, visto che questa notizia sta circolando da ben 6 mesi e tutti ora a chiedersi quanto di vero ci sia nella previsione. Ma facciamo il percorso a ritroso, riprendiamo il filo della matassa, per cercare di capire donde tutto questo è iniziato. L'origine è in un nome, fino a 6 mesi fa sconosciuto alle nuove generazioni, il nome di colui che veniva apostrofato col titolo "l'uomo che prevedeva i terremoti". Stiamo parlando di Raffaele Bendandi.
Secondo quanto sostenuto dal web, e sarebbe alquanto difficile risalire precisamente a chi ha messo in giro queste voci, lo scienziato di Faenza avrebbe previsto per l'11 maggio 2011 un terremoto che colpirà Roma, devastandola. La domanda, dunque, è più che opportuna: quanto c'è di vero in queste "voci"?
A rispondere dalle pagine di Repubblica è Paola Lagorio, direttrice dell'Osservatorio Geofisico Raffaele Bendandi, sito in via Manara n.17 a Faenza:
Rispondo a tutti che qui non c'è nessuna carta che preveda un terremoto per l'11 maggio a Roma, ma con l'attività sismica continua non posso nemmeno affermare che certamente non ci sarà!
Per quale motivo la previsione sia stata attribuita a Bendandi è presto detto: nelle sue carte ci sono sì quelle recanti la data 2011, ma sono segnate soltanto da numeri o considerazioni numeriche, in nessun caso si fa riferimento a luoghi e date precisate. Ci si è lasciati suggestionare da quella che a tutti gli effetti può essere considerata la bufala del web, che sebbene continui a circolare indisturbata e ad attecchire negli animi più impressionabili, non va assolutamente attribuita a Raffaele Bendandi. Che poi i suoi studi possano affascinare astrofili appassionati, è risaputo ma, a questo punto, un'altra domanda inquieta i nostri pensieri: quanto c'è di vero nel sistema di Bendandi, il sistema che aveva la pretesa di predire i terremoti?
In realtà, ed è importante sottolinearlo, si può parlare di previsione di un evento sismico solo se ne viene indicato precisamente il luogo, il tempo e la magnitudo. Se manca anche uno solo di questi elementi, non si può più parlare di previsione, ma di "fortuna". Scopriamo insieme chi è Raffaele Bendandi e le sue teorie pseudoscientifiche, non ascoltate al tempo e neppure oggi…
CHI E' RAFFAELE BENDANDI?
Raffaele Bendandi, lo pseudoscienziato di Faenza
Raffaele Bendandi nasce a Faenza il 17 ottobre del 1893. Già a 10 anni si interessa di astronomia e geofisica e a 13 costruisce da solo un telescopio, iniziando a studiare il sole e tutti i fenomeni fisici ad esso legati. Sono due gli eventi, che sconvolgono la sua giovinezza e che hanno segnato la storia dell'Italia, colpita da due terremoti catastrofici, impressi per sempre nella nostra memoria storica.
Il terremoto di Messina
Il terremoto di Messina è avvenuto il 28 dicembre 1908, alle 5:20 di mattina. La città siciliana e Reggio Calabria vengono devastate da un evento sismico durato 37 secondi e di potenza pari all'11° della scala Mercalli. 80mila vittime e danni ingenti sconvolgono l'Italia, che a fatica riesce a reagire all'evento. Raffaele Bendandi all'epoca ha solo 15 anni, ma la catastrofe che ha colpito Messina e Reggio segneranno per sempre la sua vita.
Il terremoto della Marsica
Il terremoto della Marsica è avvenuto il 13 gennaio 1915, alle ore 7:48 di mattina: quest'area abbruzzese ma anche parte del Lazio meridionale sono devastate da un terremoto, che causa la morta di quasi 11mila persone. Proprio questa tragica catastrofe è da Raffaele Bendandi prevista l'anno prima e segnalata in un appunto, che ha cura di conservare. All'epoca ha solo 21 anni. Da quel giorno i suoi studi sui terremoti si intensificano, studi da autodidatta, mirati al raggiungimento di un metodo scientifico (o pseudo scientifico) che potesse permettergli di prevederli. E crea con le sue stesse mani, grazie all'esperienza da artigiano, sismografi che sono tuttora conservati nella sua casa di Faenza, trasformata in un Osservatorio.
Quando nel maggio del 1915 l'Italia entra in guerra, Bendandi vi partecipa nel servizio a terra in una squadriglia di idrovolanti non troppo lontano da casa, a Porto Corsini, scalo portuale di Ravenna. Nonostante il suo quotidiano impegno militare, Bendandi non abbandona gli studi e le ricerche, anzi si racconta che, durante una passeggiata notturna, ha un'intuizione che sarà la base dei suoi studi successivi. Bendandi guarda il mare muoversi seguendo la forza di attrazione della luna, quindi pensa se anche la crosta terrestre possa comportarsi allo stesso modo.
Con gli anni sviluppa una sorta di parallelogramma delle forze, chiuso dalla luna, un sistema che vuole spiegare l'origine dell'evento sismico. Ma dal suo calcolo è proprio la risultante a non essere sufficientemente determinata e, quindi, avanza un'ipotesi: nel nostro Sistema solare ci sono corpi che lo perturbano, precisamente 4, chiamati Transnettuniani o Ultra, di cui determina massa, diametro, periodo di rotazione e di rivoluzione. Con l'introduzione di questi quattro nuovi pianeti Bendandi sostiene l'autorevolezza della sua teoria.
Nel novembre del 1923, dietro suggerimento del direttore di un autorevole giornale milanese, Bendandi si reca dal dottor Domenico Savini di Faenza, un notaro che stila un documento nel quale si indicano i prossimi terremoti da lui previsti:
Le manifestazioni telluriche in vista da oggi al 10 Gennaio 1924 sono due: la prima il 21 dicembre, cioè domani stesso di origine Americana (centro America); la seconda invece più importante come intensità, il 2 Gennaio con probabile epicentro nella penisola Balcanica, o tutt'al più nell'Egeo.
E così è stato: il 1° colpisce la regione della Sonora, che occupa la parte nord-occidentale del Messico, il 2° Senigallia, in provincia di Ancona. Se l'evento sismico nell'America Centrale non è stato registrato, al tempo, dagli strumenti messicani, quello in Italia invece sì, in quanto la tradizione delle apparecchiature atte a rilevare onde sismiche è sicuramente più radicata. Ma, nonostante Bendandi abbia predetto i due terremoti, la sua teoria non riscuote credito negli ambienti ufficiali in quanto si tratta di previsioni collocate in uno spazio troppo ampio. Se fossero state annunciate, ciò avrebbe significato creare solo allarme e panico. Bendandi allora si rimette nuovamente a studiare cercando di migliorare la sua teoria, che avrebbe dovuto stabilire dati più certi circa i prossimi eventi sismici.
Terremoto del Friuli
L'ultima previsione di Bendandi, di cui i giornali a posteriori danno notizia, riguarda il terribile terremoto del Friuli, che si scatena il 6 maggio 1976 alle ore 21:06. Lo preannuncia due mesi prima, a quanto è stato detto, ma ancora una volta non è ascoltato, forse per timori di allarmismi o perché, ancora una volta, la sua previsione risulta troppo generica.
La teoria di Raffaele Bendandi
Ne sono sicuro perché sono riandato negli anni reomti, fino all'era volgare e ho trovato più di ventimila fenomeni. La garanzia che è il metodo è buono, è guardando nel passato.
L'origine dei terremoti, secondo le mie teorie, è prettamente cosmica. Ed il terremoto avviene, secondo i dati da me raccolti e controllati, avviene quando, nel giro mensile di una rivoluzione lunare, l'azione del nostro satellite va a sommarsi a quella degli altri pianeti.
La teoria di Bendandi si basa sulla flessibilità della crosta terrestre, sull'attrazione che i pianti solari esercitano sulla terra, sulla periodicità dei loro allineamenti e quella dei terremoti. Ma la stessa teoria contiene una pecca insanabile: non rispetta il principio di conservazione dell'energia, perché è assolutamente esatto che la luna e i pianeti in genere esercitano un'influenza sulla terra, ma l'energia che si crea è minima rispetto a quella necessaria per scatenare un terremoto. In particolare, è la Luna a influenzare maggiormente la Terra perché più vicina rispetto agli altri corpi celesti, e questa influenza si esercita sulle variazione di forma, che è stata calcolata in 55 centimetri su 6400 chilometri di raggio. Questa stessa influenza ovviamente non basta per scatenare un evento sismico, perché se così fosse, se ne avrebbe uno ogni volta che c'è la Luna piena o nuova.
Calvino Gasparini, sismologo dell'Ingv, che ha conosciuto Bendandi, dalle pagine di Repubblica spiega:
Valutate voi se queste inezie possono avere un qualche effetto su strati di roccia spessi chilometri, sottoposti a pressioni di milioni di atmosfere. Era un uomo intelligente e, conscio delle contraddizioni della sua teoria, se la cavava sostenendo che nel cosmo esistono forze sconosciute. Tutti gli esperti a cui chiese di valutare la sua teoria, la giudicarono infondata. Se fosse stata valida, state sicuri che qualcuno se ne sarebbe appropriato e ci avrebbe vinto il Nobel. Io di lui non ricordo nessun avviso preventivo, ma solo le sue polemiche successive.
Raffaele Bendandi muore a 86 anni nella sua abitazione di Faenza, in via Manara n.17, nel novembre 1979. Allora tutto è lasciato in ordine ma, qualche tempo dopo, le sue carte vengono trovate confusamente gettate a terra come se qualcuno avesse cercato chissà cosa di prezioso.
Forse quel qualcuno non sapeva che anni prima Bendandi aveva deciso di distruggere in parte le carte che riguardavano le previsioni sul futuro e che poi salvò in preda ad un ripensamento. Sono conservati, nell'Osservatorio a lui dedicato, i fogli che recano come anno il 2011, ma come ha sempre fatto seguendo la sua teoria, anche in questo caso non ha indicato luoghi o date precise.
Ora valutate voi.