video suggerito
video suggerito

Il Telefono Azzurro rischia di chiudere il 30 giugno

La linea d’emergenza per bambini e adolescenti sta per chiudere. A lanciare l’allarme è il presidente della onlus che prevede la cessazione del servizio tra 10 giorni se non ci saranno deroghe per il finanziamento pubblico.
A cura di Laura Murino
32 CONDIVISIONI

Immagine

Vita.it lancia l’allarme: il telefono azzurro potrebbe chiudere. È quanto ha dichiarato il presidente del Telefono Azzurro Ernesto Caffo in un’intervista alla testata. La onlus ha partecipato, come ha sempre fatto, al bando pubblico pubblicato dal Dipartimento per le Pari Opportunità a maggio per ricevere i finanziamenti per il servizio. Il finanziamento è stato tagliato del 50% e varrà per un solo anno invece che per tre. Il contributo precedente era di 1 milione e mezzo di euro, mentre quello del nuovo bando ammonta a 800 mila euro. Un ridimensionamento rilevante che preoccupa Ernesto Caffo. “Abbiamo scritto al ministro Josefa Idem, al Garante e ad altri, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta” ha spiegato Caffo a vita.it. Anche il Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza Vincenzo Spatafora è preoccupato per la situazione e vuole capire le motivazioni che stanno dietro a questa decisione. “La prossima settimana – ha detto Spatafora – incontrerò il capo dipartimento delle Pari opportunità proprio per chiedere informazioni sul taglio delle risorse previsto nel nuovo bando per la gestione del 114 Emergenza Infanzia. Un tema questo che mi sta particolarmente a cuore”.

Il presidente del 114 ritiene che il pericolo di chiusura del servizio sia reale. Senza deroghe la onlus non riuscirà ad essere operativa e il 30 giugno dovrà interrompere il servizio. Il Telefono Azzurro aveva già soddisfatto le nuove richieste del bando dell’anno successivo, cioè che il personale che opera nella onlus debba avere una laurea di primo livello in psicologia, scienza della formazione, medicina e chirurgia, scienze del servizio sociale, giurisprudenza, scienze politiche e sociologia, con un’esperienza di almeno due anni maturata nel settore. Il presidente spiega a vita.it: “Come presidente di una onlus, ma allo stesso tempo come cittadino sono preoccupato per questa situazione che si è venuta a creare: sono cambiati i capi dipartimento, c’è ancora confusione sulle deleghe e questo fa sì che nessuno risponda ci troviamo in una situazione di vacatio che è preoccupante perché, se non ci sarà nessuna proroga, tra dieci giorni mi vedrò costretto a interrompere il servizio”.

Tutto il terzo settore stenta a sopravvivere. I tagli ai servizi che si occupano dei bisogni della persona e spesso delle fasce, spesso numerose, della popolazione che ha bisogni particolari, ma senza avere le possibilità economiche, fisiche e culturali per soddisfarli. Il dottor Caffo conclude “Se il non profit è trattato in questo modo e penso anche alla vicenda del 5 per mille, c’è qualcosa che non funziona, non è lo stile di uno stato maturo”.

32 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views