Il sogno di Laura prima di essere uccisa dal padre: “Voglio aiutare tutti i cani e gatti del mondo”

Leggere la lettera di una figlia che non c'è più è straziante; farlo tentando di realizzare i sogni di quella bambina, però, può dare un senso a tanto dolore. Pochi mesi prima di venire uccisa dal padre all'alba del 22 agosto 2014 Laura Russo scrisse un tema scolastico che è stato poi affidato alla madre: "Caro diario, ho un sogno nel cassetto… io credo che i sogni si possano realizzare, certo non tutti ma la maggior parte si avverano". Il sogno di quella bambina era "aiutare tutti i cani e i gatti maltrattati e abbandonati di tutto il mondo", ma anche "abitare in una casa in montagna" e "cavalcare un cavallo nero che chiamerei Stella per inseguire tutti questi sogni che ho nel cuore… Non importa quando, l’importante è che si avverino".
Ebbene, a quasi cinque anni di distanza la madre vorrebbe provare a realizzare alcuni di quei desideri. Come racconta il Corriere Giovanna Rizzo, 48 anni, ha partecipato a un incontro organizzato a Roma dall’Associazione Il giardino segreto: "La mia Lauretta aveva un sogno e io vorrei provare a realizzarlo per lei. Sarebbe fantastico se riuscissimo a creare un luogo per accogliere animali in difficoltà e se quel luogo fosse anche un punto di ritrovo per i ragazzi che hanno qualche problema o che semplicemente non sanno dove andare e si ritrovano per strada. Parlo di ragazzi autistici o figli di famiglie disagiate, per esempio. I cani, i gatti, i cavalli o gli altri animaletti domestici creano empatia. E allora giocare con loro, prendersene cura, addestrarli, può essere una chiave d’accesso all’amore".
La piccola Laura venne uccisa all'alba del 22 agosto 2014 a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania: Roberto Russo, suo padre, la accoltellò al petto con l'esplicita intenzione – scritta nero su bianco in una lettera – di punire sua moglie: la donna, infatti, aveva scoperto una sua relazione extraconiugale e aveva deciso di prendersi una pausa tornando a vivere dalla madre: "È colpa tua se io sto per fare questo, perché non mi hai perdonato, perché se tu mi avessi perdonato tutto questo non sarebbe successo", scrisse l'uomo prima di pugnalare la figlia, che morì dissanguata durante la corsa in ospedale. Oggi Roberto Russo sta scontando l'ergastolo.