Il sisma uccide altri lavoratori, la paura dei colleghi di San Felice sul Panaro (VIDEO)
Il tremendo terremoto che questa mattina ha colpito nuovamente l’Emilia Romagna ha assunto delle proporzioni ancor più gravi di quello dello scorso 20 maggio, in termini di crolli ma soprattutto di vite umane. Sono 15 le vittime accertate finora quando ancora almeno altre sette persone risultano disperse, tre di queste vittime erano delle persone che stavano svolgendo il loro lavoro e sono morte (come le altre quattro, appena qualche giorno fa) dopo il crollo del capannone dell’azienda Meta macchine di precisione che li ospitava. Siamo a San Felice sul Panaro, provincia di Modena, le vittime sono due operai stranieri e un ingegnere italiano, stavano controllando le lesioni alla struttura quando il tetto è venuto giù.
“Una delle vittime aveva paura, c’erano già lesioni” – La notizia della morte dei tre lavoratori ha addolorato fortemente tutti gli altri operai di San Felice sul Panaro che, tra lacrime e abbracci, hanno mostrato tutta la loro preoccupazione per una situazione che chiaramente non li rende tranquilli perché il terremoto ha dimostrato di non fermare comunque la produzione. E allora ecco che un operaio racconta quelle che erano le paure di uno dei tre morti sotto le macerie, un uomo che nonostante le lesioni doveva andare lo stesso a lavorare e che adesso lascia soli a Finale Emilia la moglie e due figli. Questi operai, insomma, erano tornati al lavoro dopo il primo terremoto dell’Emilia Romagna ma, ora lo dicono colleghi e parenti, avevano paura.
Napolitano: “Tristissimo siano morti operai” – Anche il Capo dello Stato, intervenendo a proposito del dramma del terremoto, ha espresso il suo dolore dichiarando come sia tristissimo che il sisma abbia ucciso soprattutto operai: “È tristissimo che muoiano degli operai e che vengano meno posti di lavoro”, per Napolitano, inoltre, “L’Emilia Romagna è una regione dove c’è un buon livello di controllo delle regole sulla sicurezza nel lavoro”. Intanto, la Procura di Modena aveva già aperto un’inchiesta giorni fa sul crollo delle strutture industriali per capire perché dei capannoni quasi nuovi possano crollare con tanta facilità.