“Il sindaco di Cinisi agì legittimamente”, indagine archiviata sul casolare confiscato al boss
Il casolare del vecchio boss di Cinisi, don Tano Badalamenti, resta al comune. La procura di Palermo ha archiviato l'indagine nei confronti di Giangiacomo Palazzolo, primo cittadino di Cinisi, il paese dei "100 passi" in provincia di Palermo che, qualche mese fa, era finito indagato per il reato di inottemperanza ad un ordine dell’Autorità giudiziaria.
La vicenda risale alla scorsa estate quando, Leonardo Badalamenti, figlio di Gaetano Badalamenti – il boss di Cinisi che ordinò l’uccisione del giornalista e politico Peppino Impastato – era stato sorpreso a cambiare le serrature di un casolare in contrada Uliveto. Un casolare precedentemente confiscato al padre e affidato dall’Agenzia dei beni confiscati alla mafia al comune di Cinisi che, nel frattempo, lo aveva anche ristrutturato e messo a nuovo grazie ad un finanziamento europeo di 400 mila euro.
Badalamenti jr, che in quel periodo era anche latitante, pretendeva la restituzione del bene in seguito alla sentenza della Corte d’assise d’appello che avrebbe disposto la restituzione del casolare, erroneamente finito in un decreto di confisca. Ci fu un forte scontro tra il primo cittadino di Cinisi, che non ha mai voluto restituire quel bene, e Leonardo Badalamenti che fu letteralmente cacciato dalla proprietà.
Nei giorni successivi Leonardo Badalamenti, pur essendo latitante per un ordine di carcerazione internazionale emesso dalla Procura di San Paolo del Brasile, aveva denunciato il Sindaco di Cinisi che finì così indagato dalla procura di Palermo. Stamattina il tribunale di Palermo ha emesso il decreto di archiviazione, mentre Badalamenti jr è stato arrestato dalla Dia qualche giorno dopo la denuncia presentata ai carabinieri.
"Credo che sia terminata una vicenda processuale surreale che poteva essere fraintesa dalla Comunità di Cinisi – afferma il sindaco Palazzolo – Il contrasto tra me e Badalamenti non è stato un qualsiasi contenzioso tra un sindaco e un cittadino, ma il crimine di un delinquente verso le istituzioni”. Da un mese il casolare è gestito dal comune di Cinisi e da "Casa memoria Impastato" per lo svolgimento di attività culturali a sostegno della legalità.