Il silenzio e l’omertà dei cittadini di Campobello: così Messina Denaro si è nascosto a casa sua
Matteo Messina Denaro per la sua latitanza ha potuto contare sul silenzio e l'omertà della comunità di Campobello di Mazara. Lo ha precisato la Procura a seguito dell'arresto di Alfonso Tumbarello, il medico che ha assistito il boss di Cosa Nostra nei suoi ultimi anni di latitanza. Negli atti degli inquirenti gli ultimi fedelissimi del boss stavano nel Trapanese, a casa sua. E solo su di loro poteva contare.
Diversi livelli di omertà – come riportano gli atti della Procura – compiacenza, paura, o addirittura complicità "hanno permesso al pericoloso stragista ricercato in tutto il mondo di affrontare almeno negli ultimi due anni cure mediche e delicatissimi interventi chirurgici in totale libertà, godendo della disponibilità disomme di denaro, macchine, appartamenti, addirittura relazioni sentimentali". Era a casa Matteo Messina Denaro e lo sapeva. Ma cosa accadeva per le vie di quella cittadina già da tempo sotto ai riflettori degli investigatori?
La vita del boss a Campobello di Mazara
Certo è che il boss – contando sul fatto che nessuno poteva riconoscerlo perché nessuna forza dell'ordine aveva un recente identikit – non si nascondeva. Nella "sua" Campobella andava dal gommista, a fare cene costose, passeggiava per quelle vie che conosceva bene. Nessuno lo avrebbe riconosciuto e poteva contare sull'omertà di chi sapeva la sua vera identità.
Gli inquirenti parlano di un "reticolo di connivenza" e di "complicità in diversi luoghi e svariati ambiti professionali". E su questo "reticolo" proseguono le indagini che sveleranno gli ultimi rapporti che il boss aveva con gli altri uomini di Cosa Nostra e i professionisti della zona. Del resto su omertà e collusione con i professionisti del territorio l'organizzazione criminale siciliana ha sempre potuto contare.
Dalle indagini degli inquirenti sono emersi più livelli di compiacenza da parte dei cittadini di Campobello nei confronti di Matteo Messina Denaro: c'era chi sapeva e girava la testa dall'altra parte e chi invece aiutava il boss, finendo ora nel registro degli indagati. La Procura lo ha sottolineato nei suoi atti per giustificare la richiesta della misura cautelare in carcere degli indagati: troppo alto il rischio che i recenti arrestati possano inquinare le prove nella fase dell'incidente probatorio se lasciati liberi.
A Camponello possono contare su una piccola e stretta società. Qui il silenzio e l'omertà hanno tenuto nascosto il boss di Cosa Nostra per diversi anni.
Il silenzio del suo medico Alfonso Tumbarello
A sfruttare il silenzio della comunità è stato ancora il medico Alfonso Tumbarello: era nato, cresciuto e viveva da una vita a Campobello. Il suo studio e la sua abitazione erano un punto di riferimento per gli uomini di Cosa Nostra per riunioni e incontri. Tumbarello sapeva e per gli ultimi anni ha aiutato con le cure di Matteo Messina Denaro. Se ci sono stati altri medici del paese a garantire il sostegno a Matteo Messina Denaro lo diranno solo le indagini nel tempo.
Messina Denaro è stato costretto a tornare a casa
Il boss non poteva contare su nessun altro se non sui cittadini di Campobello di Mazara: le forze dell'ordine negli ultimi anni hanno arrestato e spazzato via la sua fitta e numerosa rete di fiancheggiatori. Erano rimasti in pochi, così Matteo Messina Denaro è stato costretto a tornare a casa: quando ha scoperto della sua grave malattia è stato costretto a scegliere se lasciarsi morire o rivolgendosi a una delle cliniche del territorio vicino casa con il rischio di esporsi a un possibile arresto. Non aveva altra scelta, poteva contare solo sul silenzio dei suoi concittadini.