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Il senso della legalità del ministro Salvini

Il senso della legalità per Salvini non è qualcosa che dipende (come dovrebbe) dalle leggi, dalla Costituzione e dal diritto internazionale ma è un moto di pancia per accontentare qualche nugolo di italiani (suoi elettori) che ci rivende com “buonsenso”. Che poi, esattamente, sarebbe curioso sapere: buonsenso di chi?
A cura di Giulio Cavalli
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Qualcuno che gli è amico e che gli sta vicino spieghi a Salvini il significato della parola legalità, gli regali un dizionario (se è troppo impegnativo un manuale di diritto) e lo inviti a ripassare le basi che sembra non avere ancora imparato, la divisione dei poteri nella Repubblica Italiana e soprattutto lo schifo che fa il rimestare notizie false spacciandole per vere nelle vesti di ministro dell'interno. Un ministro che insiste da giorni nel dichiarare illegali le ONG quando lo stesso magistrato Patronaggio audito in commissione ha negato qualsiasi straccio di prova e inchiesta in questo senso (e le inchieste del prode Zuccaro sono finite tutte archiviate). Un ministro che per giorni ha dichiarato illegale la comandante Carola Rackete e la Sea Watch e che invece è stato smentito in toto dal GIP di Agrigento (ma Salvini probabilmente non s'è preso nemmeno la briga di leggere le carte, troppa fatica).

Un ministro che da mesi spaccia il buonsenso come unica bussola del suo fare, calpestando la Costituzione, le leggi, il diritto internazionale e non chiarendo mai cosa sarebbe questo benedetto buonsenso se non il suo personale giudizio che vorrebbe travestire da volontà popolare in nome di qualche retweet e di un nugolo di fan sul suo profilo Facebook, come se non esistessero le elezioni, i contrappesi parlamentari e la democrazia. Un ministro che per giorni ha chiamato la comandante della Sea Watch Rackete criminale e che ora, ricevuta la querela, si è improvvisamente rabbonito sul punto come un pulcino bagnato. Un ministro che giudica le sentenze della magistratura in base alla sua volontà politica come se le leggi dello Stato non siano il frutto di decenni di democrazia parlamentare ma debbano essere uno stimolo di pancia e di sfinteri.

Così può accadere che un ministro degli interni stia pensando di accusare la ONG Mediterranea di sequestro di persona mentre la nave Alex rimane a venti centimetri dalla riva (e non viene fatto scendere nessuno) dimenticandosi di essere la stessa persona che avrebbe dovuto sottoporsi a un processo (anche per sequestro di persona) e che invece è scappata a gambe levate. Così accade che Salvini dica alle imbarcazioni delle ONG che battono bandiere straniere di andarsene ad attraccare nei loro Paesi e poi di fronte a un'imbarcazione italiana invece decida di spedirli a Malta contravvenendo al suo comandamento "prima gli italiani". Il senso della legalità di Salvini è una banderuola che segue i trend di twitter e che si appiattisce sulla pancia degli italiani: è un movimento intestinale che vorrebbe avere valenza politica e invece è solo un grumo di bile. Ma ce lo rivende come buonsenso. Il suo, ovviamente.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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