Il senatore Giovanardi rischia il processo per le frase su Aldrovandi
"Quella macchia rossa che è dietro è un cuscino, non è sangue quello là…" Era il giorno successivo al famoso sit-in del sindacato di polizia Coisp contro la carcerazione dei poliziotti condannati per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi e il senatore Carlo Giovanardi commentava così l'immagine del volto di del giovane morto, stampata sullo striscione esposto dalla madre che chiedeva giustizia. Dichiarazioni rilasciate al programma radiofonico La Zanzara nel 2013 per le quali ora il senatore rischia ora di finire a processo per diffamazione aggravata. Sarà la giunta per le immunità parlamentari di Palazzo Madama a decidere se bisognerà procedere in tal senso nei suoi confronti. Dopo la chiusura delle indagini da parte del pm Stefano Longhi, il gip del tribunale di Ferrara Monica Bighetti ha chiesto al Senato di deliberare per la prosecuzione del procedimento penale a carico del senatore di Ncd. Il giudice per le indagini preliminari si è opposto alla tesi difesa, che aveva fatto leva sulla insindacabilità delle opinioni espresse in qualità di parlamentare.
Le polemiche di Giovanardi sulla foto di Aldrovandi
Come detto, Giovanardi fece le dichiarazioni a Radio 24 durante la trasmissione di Cruciani e Parenzo, quando affermò che la foto mostrata dalla signora Patrizia Moretti era una montatura e che “la macchia rossa che è dietro (la testa) è un cuscino, non è sangue… ma anche la madre ha detto che è sangue e neppure lo può dire perché non è così”, ribadendo più volte l'affermazione. Giovanardi, in replica a questa accuse, aveva riferito: “Io non ho mai detto che la foto era modificata. Ho sempre detto che la foto mostrata dalla signora Moretti era vera. Altra questione è rappresentata delle differenti versioni che nel processo e fuori dal processo sono state date di quello che appare nella foto”.