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Il santone che si dice”fratello di Gesù”, chi è Kadir Bouasrya tra i precedenti penali e la setta

Dice di essere uno dei 144mila “fratelli di Gesù” nella carne e di avere una missione evangelizzatrice: Kadir Bouasrya è indagato per violenza privata dopo aver attirato nella sua abitazione due adepti che da un anno vivono con lui. Il presunto santone intervistato dalla trasmissione Quarto Grado.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Al momento, in casa con Kadir Bouasrya, il santone che a Miggiano, in Salento, è protagonista di un'inchiesta da parte della Procura di Bari, ci sarebbero 2 persone. Due adepti, come li definiscono anche i genitori che hanno denunciato il tutto alle forze dell'ordine. Il caso era stato sollevato dal quotidiano La Repubblica che per primo aveva descritto la setta di Kadir Bousrya, l'uomo che si definisce il fratello di Gesù.

Secondo quanto finora noto, il santone avrebbe accolto in casa tre persone alle quali sarebbe vietato utilizzare i cellulari per "favorire la comunicazione con Dio". Gli adepti arrivano da diverse zone d'Italia e hanno chiuso ogni contatto con parenti e amici. Chiunque decida di unirsi a Kadir, nato e cresciuto in Salento, deve rifarsi a regole ferree e rigide che non possono essere violate come l'astensione dal lavoro, dai rapporti sessuali e sentimentali e spesso anche da cibo e acqua, consumati in ridottissime quantità.

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Il denaro gestito dal santone

Il santone, peraltro, gestisce il soldi dei suoi adepti, spesso provenienti dalle tasche dei genitori di questi ultimi. Inoltre, i seguaci della setta garantiscono il suo sostentamento con attività di mendicanza e lavori umili.

Aveva suscitato particolare scalpore la notizia di una giovane avvistata nuda in strada proprio per volere di Kadir, che davanti ai giornalisti e davanti alle forze dell'ordine ha negato un qualsiasi tipo di coercizione sui suoi seguaci.

Il passato da gigolò e "la chiamata"

Del santone ha parlato anche la trasmissione "Quarto Grado" dopo le minacce di quest'ultimo ad alcune giornaliste arrivate a Miggiano per accertare lo stato di salute di una delle adepte in accordo con i genitori.

"La mia storia è quella di un ragazzo semplice come tutti gli altri – racconta Kadir ai microfoni della trasmissione Tv -. Nel 2007 ho ricevuto la chiamata dallo spirito del Signore ed è cambiato tutto. Sono stato un peccatore in primis, tra discoteche, amicizie e alcol. Ho fatto anche il Gigolò per diffondere il mio messaggio ta i peccatori".

Il santone ha ripercorso ai microfoni di Quarto Grado anche la storia della sua "chiamata spirituale". "Ero in auto, avevo le porte aperte. Sento una voce che mi dice:'Non avere paura, sono io'. Avevo capito di chi si trattava, era il Signore". Kadir si definisce uno dei "fratelli di Gesù nella carne" insieme ad altre 144mila persone. "Per lo spirito è ovviamente cosa diversa" asserisce.

Bouasrya ha raccontato di aver avuto nel 2008 anche una compagna e un figlio. "Ho fatto vedere alla mia ex moglie tante cose della mia nuova vita. Una settimana prima che avvenisse il terremoto de L'Aquila, io gliel'ho profetizzato. Mi ha chiuso subito il telefono in faccia. Ricordo che a lei avevo anche predetto la fine della nostra relazione prima ancora che questa si concretizzasse: dovevo essere libero per attuare il piano di Dio".

Le regole nella setta e i precedenti penali

Durante l'intervista, il santone ha ammesso l'esistenza di regole ferree, anche se "non si possono definirle tali". "Sei libero di mangiare qualsiasi cosa tu voglia, ma non di strafare. Siamo nati con gli organi sessuali, il desiderio esiste ma se questo desiderio è privo di amore, è solo carnale, allora è vietato".

"Non ho mai detto di tagliare i contatti con i familiari ai miei adepti – ha affermato -. Non è una setta questa, non c'è niente di violento, c'è il lavoro per Cristo.

Secondo quanto ricostruito dalla trasmissione Mediaset, Bouasrya avrebbe tentato nel 2007 una violenza sessuale che gli è valsa con patteggiamento 10 mesi e 20 giorni di reclusione. Nel 2010, inoltre, Kadir viene accusato di atti osceni in luogo pubblico per essersi spogliato davanti a una scuola. In quel frangente, è stato condannato a 6 mesi di reclusione. 

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