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Covid 19

Il racconto di Laura: “In ospedale con mia figlia di 4 mesi positiva al coronavirus”

Nora è una delle poche neonate in Italia ad aver contratto il coronavirus. La piccola è stata ricoverata da sabato 14 marzo a ieri sera: i genitori si sono allarmati quando hanno visto che aveva la febbre e il respiro affannato, e hanno chiamato subito il numero verde per farle fare il tampone. “In troppi sono convinti che la malattia riguardi solo anziani e immunodepressi – spiega la mamma – E invece attacca anche giovani e bambini”.
A cura di Natascia Grbic
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"Era un po' che Nora non stava bene, aveva la tosse molto forte e la febbre. Quando ci hanno informati che mio padre è risultato positivo al coronavirus, io e mio marito abbiamo notato che Nora aveva il respiro in affanno. Abbiamo subito chiamato il centralino e gli operatori del 118 l'hanno portata in ospedale per farle il tampone. Nel giro di 24 ore ci hanno detto che aveva il COVID-19″. A parlare a Fanpage.it è Laura, giovane mamma che abita in un paesino della Brianza fortemente colpito dalla pandemia. Sua figlia Nora ha soli quattro mesi: è una delle poche neonate in Italia ad aver contratto il coronavirus. "Sabato 14 marzo è stata ricoverata, i medici le hanno fatto le analisi e le hanno misurato la saturazione – continua Laura – Normalmente dovrebbe essere tra 98 e 100, lei ce l'aveva a 96/97. L'hanno attaccata alla macchina per il monitoraggio finché la saturazione non è tornata buona, ma i medici hanno preferito trattenerla per farle ulteriori analisi".

Attualmente sono molto pochi i casi di neonati al di sotto dei sei mesi positivi al coronavirus. "I dottori vogliono studiare come mai alcuni bambini della sua età prendono il COVID-19 e altri, che sono stati a contatto con positivi, no". Nora è stata ricoverata sabato e dimessa ieri sera. È ancora positiva al coronavirus ma sta bene. Lei e tutta la sua famiglia rimarranno in quarantena per un mese, non possono uscire di casa. "A nessuno di noi hanno fatto il tampone – spiega Laura – lo hanno fatto solo a lei perché stava male ed è piccola, ma agli adulti, a meno che non abbiano sintomi gravi e non siano stati a contatto con positivi, non viene fatto".

"La gente non sembra aver capito bene la portata di questo virus, in troppi sono convinti che attacchi solo anziani e immunodepressi – si sfoga Laura – Mi fa rabbia vedere che ci sono persone che continuano a uscire e che sottovalutano la gravità del problema. Perché il trentenne, anche se non muore, tre settimane in terapia intensiva le passa. È importante far passare questo messaggio: gli ospedali sono al collasso, i dottori sono allo stremo e stanno facendo delle scelte su chi salvare e chi no. E, nonostante tutto, i medici sorridono da dietro la mascherina e continuano a dire che andrà tutto bene per non farci preoccupare. Anche se sono perfettamente consapevoli che non sarà così".

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