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Nizza Monferrato, la 19enne Makka dopo aver ucciso il padre: “Faceva boxe e karate, volevo salvare mamma”

Secondo quanto raccontato da Makka, la ragazza di 19 anni che ha ucciso a coltellate il padre 50enne a Nizza Monferrato, il delitto si sarebbe consumato per difendere la madre. “Aveva scritto a mia mamma che quando sarebbe tornata a casa l’avrebbe ammazzata. Lui faceva boxe e karate, io volevo dividerli e difendere mia madre ma se l’è presa con me”
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Sono intervenuta per difendere mia madre e a quel punto papà mi ha inseguita e preso a pugni, per questo l'ho ucciso. Non volevo farlo, mi sono difesa". A raccontare è Makka la ragazza di 19 anni accusata dell'omicidio del padre Akhyad Sulaev, 50 anni. Ad assistere la giovane sarà l'avvocato Massimiliano Sfolcini, che l'ha accompagnata davanti al pm Andrea Trucano della Procura di Alessandria.

"Venerdì papà si è licenziato. Per l'ennesima volta aveva perso il lavoro da muratore e dopo si era diretto al ristorante dove mamma lavora come lavapiatti e io come cameriera nei weekend. A mia mamma ha chiesto di licenziarsi, lei gli ha detto di no e gli ha chiesto come avremmo fatto altrimenti con i soldi. Per questo è scoppiata la prima lite, mamma lo ha anche allontanato dal ristorante ma arrivato a casa ha ricominciato. Le aveva mandato anche un messaggio sul cellulare, diceva che quando sarebbe tornata a casa l'avrebbe uccisa".

Secondo quanto raccontato dalla ragazza, le violenze perpetrate dal padre "non erano una novità". "Ci ha sempre picchiate – ha spiegato -. In Cecenia, quando ero piccola, era ancora peggio. Lui praticava arti marziali, conosceva la boxe e il karate. Se la prendeva soprattutto con me e mia madre, con i miei fratelli alzava le mani solo se intervenivano nelle discussioni".

Oltre alle due donne, infatti, in casa vi erano anche altri 3 figli maschi. La coppia era arrivata in Piemonte dalla Cecenia nel 2015 con i figli piccoli, all'epoca di età comprese tra i 14 e gli 11 anni. L'uomo non voleva che moglie e figlia maggiorenne fossero indipendenti e che guadagnassero il loro denaro, così spesso costringeva le due donne a consegnargli i soldi guadagnati.

"Dopo essere rincasato, intorno alle 18, ha picchiato mia madre e poi si è scagliato su di me quando ho cercato di difenderla – ha spiegato la ragazza -. Io volevo dividerli, lui invece se l'è presa con me. Mi ha inseguita fino alla mia stanza e mi ha presa a pugni. Mamma si è rimessa tra noi e io ho preso un coltello per difendermi. L'ho colpito lasciandolo a terra, ma non volevo ucciderlo. Ho chiamato i carabinieri e li ho attesi".

La ragazza ha raccontato che nessuna delle due aveva mai denunciato quanto accadeva in famiglia. "Voleva conoscere ogni spostamento, ma voleva anche comandare su di noi" avrebbe spiegato la ragazza alla presenza dell'avvocato Sfolcini. "Nessuno o quasi ha mai visto i lividi della 18enne – ha ribadito il legale -. A scuola nessuno si era accorto di nulla, ma lei ha raccontato tutto all'unica amica che ha. Sarà ascoltata anche lei dagli inquirenti". La 18enne frequenta il liceo scientifico con ottimi voti e ora, dopo essere stata arrestata, è stata portata in una struttura protetta.

"Non sopportava più quelle violenze – ha concluso l'avvocato – e voleva che anche il padre rispettasse le donne, soprattutto lei e sua madre. Venerdì notte era sconvolta. Ha vissuto la giornata più faticosa della sua vita".

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