video suggerito
video suggerito
Omicidio Yara Gambirasio

Il racconto del ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio: “Stringeva in mano l’erba del campo dove è morta”

La dottoressa Cristina Cattaneo, l’anatomopatologa che si è occupata del caso di Yara Gambirasio, ha raccontato il ritrovamento del corpo della 13enne e gli accertamenti successivi in una lunga intervista nella docuserie Netflix ‘Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio’. “La pm mi disse: ‘Faccia tutto quello che crede, spenda quello che vuole'”, ha ricordato.
A cura di Eleonora Panseri
3.331 CONDIVISIONI
Da sinistra, Yara Gambirasio; l'anatomopatologa Cristina Cattaneo che si è occupata del caso.
Da sinistra, Yara Gambirasio; l'anatomopatologa Cristina Cattaneo che si è occupata del caso.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Non riuscivamo a camminare, a scendere dalla macchina tanta era la folla di gente. E questo è stato per noi un imprevisto, non era mai successo in tanti anni".

Inizia così il racconto del ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio fatto dalla dottoressa Cristina Cattaneo, l'anatomopatologa che si è occupata del caso, in una lunga intervista nella docuserie Netflix Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio.

Yara Gambirasio e Massimo Bossetti
Yara Gambirasio e Massimo Bossetti

La 13enne di Brembate, scomparsa il 26 novembre 2010, venne ritrovata morta il 26 febbraio 2011 in un campo a Chignolo d'Isola, in provincia di Bergamo. Fu un 40enne appassionato di aeroplanini telecomandati a trovare il corpo. L'uomo si trovava nel campo per provare uno dei suoi apparecchi e, quando l’aeroplanino cadde, fece la terribile scoperta.

Per l'omicidio della ragazza nel 2018 è stato condannato all'ergastolo in via definitiva Massimo Bossetti, muratore di Mapello, che sta scontando la sua pena all'interno del carcere di Bollate.

La dottoressa Cristina Cattaneo
La dottoressa Cristina Cattaneo

"C'era folla sul luogo del ritrovamento del corpo di Yara"

"Mi ricordo questa zona illuminata, molto tranquilla. C’era un'aura di enorme rispetto. Si crea questo cerchio protettivo in tutti i sensi intorno alla vittima – ha ricostruito ancora la dottoressa Cattaneo nella sua intervista – Quindi abbiamo iniziato a fare quello che si fa di routine al sopralluogo, l’esame del corpo e quello dell’ambiente, ancora più importante in questo caso".

"Non c’era nulla di chiaro, dal momento in cui è avvenuta la morte, dalla causa di morte, a dove era stata, cos’era stato in contatto con il suo corpo prima che venisse uccisa. Poi, dopo qualche ora, abbiamo trasferito tutto all’istituto di medicina legale – prosegue – L’autopsia è un gesto molto intimo, è estremamente scientifico, ma anche confidenziale, ti lega molto alla vittima. Mi sono sentita dire per la prima volta da un pm in vita mia: ‘Faccia tutto quello che crede, recluti tutte le persone che crede, spenda quello che vuole”.

Cattaneo: "Yara è morta nel campo, stringeva ancora in mano l'erba"

"All’autopsia c’era molta più gente del solito, c’erano anche tutti gli esperti dell’ambiente che sono venuti a recuperare ciò che era rimasto sul corpo, per ricostruire l’epoca, le dinamiche. Tutto quello che abbiamo ricostruito porta a dire che è morta lì. Stringeva dell’erba in mano, l’erba di quel campo", ricorda la dottoressa.

Yara Gambirasio
Yara Gambirasio

Il ritrovamento delle particelle di calcio sul corpo della 13enne

Sul cadavere non sono stati invece trovati segni di violenza sessuale. "Tuttavia, nessuno può dire se ci sono stati o meno dei contatti", precisa l'esperta. Da ogni parte del corpo con una lesione sono stati prelevati diversi campioni.

"Mentre li studiavamo, mi chiamò il microscopista e mi chiese: “Perché c’è della calce?”. Il corpo era stato in contatto con calce, cemento, era un elemento importante. E facendo le stesse cose sui vestiti abbiamo trovato sferette di metallo che sono classiche degli ambienti dell’edilizia", ricorda la dottoressa.

Come racconta ancora Cattaneo, il corpo della 13enne presentava ferite da taglio che non sono state tuttavia la causa del decesso. "Lo è stato tutto ciò che è conseguito, con il freddo e l’abbandono. È venuto in mente a tutti che era stata una vittima lasciata a morire. Poteva essere salvata? – si chiede Cattaneo durante l'intervista – Poteva essere trovata e accudita in tempi giusti?".

3.331 CONDIVISIONI
129 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views