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“Il pronto soccorso era pieno”: così si è difesa la dottoressa che ha ingessato una gamba con il cartone

La Procura di Patti sta continuando a indagare sul caso del 30enne che alcuni giorni fa si è visto ingessare una gamba al pronto soccorso con pezzi di cartone per mancanza di stecche monouso, solitamente utilizzate per questo tipo di medicazione. Nella giornata di ieri, mercoledì 7 agosto, è stata ascoltata per diverse ore la dottoressa che aveva seguito il paziente.
A cura di Eleonora Panseri
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Le foto diffuse sui social dal giovane medicano con pezzi di cartone all'ospedale di Patti.
Le foto diffuse sui social dal giovane medicano con pezzi di cartone all'ospedale di Patti.

Prosegue l'indagine della Procura di Patti sul caso del 30enne che alcuni giorni fa si è visto ingessare una gamba al pronto soccorso con pezzi di cartone per mancanza di stecche monouso, solitamente utilizzate per questo tipo di medicazione. Al momento è stato aperto un fascicolo conoscitivo, cioè senza ipotesi di reato e senza indagati.

Ascoltata la dottoressa che ha fatto la medicazione

Nella giornata di ieri, mercoledì 7 agosto, è stata ascoltata per diverse ore, davanti alla commissione ispettiva regionale nominata dall'Assessora alla Salute Giovanna Volo, la dottoressa del Pronto Soccorso che ha seguito il paziente. "Il pronto soccorso era pieno e dovevo trovare presto una soluzione per assicurare le cure agli altri malati", ha spiegato il medico donna agli ispettori.

Le mancanze contestate alla dottoressa dalla Commissione sono anche quella di aver sbagliato la diagnosi, non essendosi accorta che la frattura del perone era scomposta, di non aver prescritto alcuna terapia al ragazzo, di non aver usato le stecche e le bende in dotazione all'ospedale per i pazienti interni, di non aver indicato al 30enne di recarsi a Milazzo o a Messina, ma di averlo dimesso chiedendogli di tornare il lunedì successivo.

L'Asp di Messina ha rimosso la responsabile del Pronto Soccorso che sarebbe stata nominata con una procedura irregolare e messo sotto inchiesta la dottoressa.

Sempre ieri è stato ascoltato anche il paziente che, subito dopo la visita al pronto soccorso, ha preferito andare in una struttura privato a Messina, spendendo 200 euro, dove gli è stata fatta la diagnosi esatta e prescritta una terapia. Nei giorni scorsi il Presidente della Regione Renato Schifani è intervenuto sulla vicenda e ha telefonato al 30enne per chiedergli scusa.

L'Assessora alla Salute: "Discutibile l'atteggiamento della dottoressa"

"L'atteggiamento del medico di Pronto soccorso dell'ospedale di Patti" che ha usato il cartone per ingessare la gamba di un paziente "è stato discutibile sul piano professionale" e sulle "scelte adottate", è stato invece il commento dell'assessora regionale alla Salute della Regione Sicilia Giovanna Volo, incontrando la stampa e aggiornandola sull'indagine.

"È emerso che, fondamentalmente, le responsabilità di maggiore consistenza sono da attribuirsi a delle scelte fatte dal medico di guardia", prosegue l'assessore Volo. "Soprattutto è venuto fuori che la decisione di costruire questo presidio non era confacente a quello che era il danno riportato dalla caduta del paziente", ha detto ancora.

"Una cosa che mi preme sottolineare è che nella cartella clinica non c'era assolutamente traccia della proposta fatta di essere avviati al Pronto soccorso di Milazzo e naturalmente non c'era nessuna risposta in senso negativo del paziente, perché in alcuni casi il trasferimento ad altro presidio è una misura importante. – ha aggiunto – E laddove si rifiutasse va registrato e fatto firmare perché sia ben chiaro le responsabilità che si assume con il rifiuto".

 I legali della dottoressa: "Lesa immagine e professionalità della nostra assistita"

"Non appare accettabile che pervengano alla stampa indicazioni sui temi trattati in sede di confronto ispettivo, con riferimenti precisi a dati medici e diagnostici in mancanza di qualsivoglia contraddittorio", hanno detto gli avvocati Giovanni Tortora e Tindaro Giusto, legali della dottoressa.

"Vengono divulgate notizie che per la loro specificità non possono che provenire dagli organi ispettivi mentre le deduzioni e le corrette indicazioni della professionista sono relegate in contesto minimale e secondario […]. Il modo in cui i fatti sono stati riportati dopo la visita ispettiva regionale sono un deliberato attacco a danno dell'immagine e della professionalità della nostra assistita", proseguono.

"Ci troviamo dinanzi al tentativo di improntare un vero e proprio processo mediatico finalizzato probabilmente a coprire precise responsabilità politiche a scapito di un professionista che ha operato in un contesto la cui precarietà e nota a tutti. – aggiungono i legali – Sorprende che organi politici regionale e le strutture dirigenziali della sanità regionale e provinciale scoprano oggi che il Pronto soccorso di Patti abbia criticità trascurate per anni. Il caso odierno è dato di cronaca ma non ha certamente prodotto né può essere catalogato in uno dei tanti casi di malasanità a cui i cittadini siciliani sono purtroppo abituati".

"Qui il medico ha affrontato e risolto in emergenza il problema. Cosa si potesse fare in alternativa o se fosse possibile seguire altra via è argomento che meriterà un approfondimento ma non consentiremo che ciò avvenga attraverso un processo mediatico in cui la politica tenta di scaricare le proprie responsabilità. Non permetteremo – concludono – che la dottoressa diventi il capro espiatorio, l'anello debole da colpire: il sistema sanitario della zona tirrenica Messinese è ridotto all'osso, affetto da totali carenze strutturali, di personale".

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