Il processo Saman verso la sentenza: Procura chiede di riconoscere attenuanti generiche per zio e cugini
Il processo per l’omicidio di Saman Abbas è alle battute finale. Oggi, venerdì 15 dicembre, c’è stata una nuova udienza e martedì 19, salvo sorprese, arriverà la sentenza di primo grado.
Sono cinque, come è noto, gli imputati: Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, genitori della diciottenne di Novellara uccisa nel 2021 (ma la mamma è ancora latitante), lo zio Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.
Oggi la Procura ha richiesto l'applicazione di una pena con il riconoscimento delle attenuanti generiche per lo zio Danish Hasnain – che ha collaborato facendo ritrovare mesi dopo la sparizione il corpo della giovane donna – e, di conseguenza per i due cugini della vittima, ritenuti succubi del primo e meri esecutori materiali dei suoi ordini.
Richiesto dunque per i tre uomini un ricalcolo della pena (inizialmente erano stati richiesti 30 anni per loro), mentre resta l'ergastolo per la madre e il padre di Saman Abbas.
Nelle precedenti udienze, durante le lunghe e dettagliate arringhe dei difensori, erano state mosse accuse riguardanti l’intero quadro accusatorio portato avanti dalla Procura. Il processo di primo grado per l’omicidio di Saman Abbas è in corso da mesi davanti alla Corte di Assise di Reggio Emilia.
Quello di martedì prossimo dovrebbe essere l’ultimo appuntamento e sono attese, prima della sentenza, delle dichiarazioni spontanee di Shabbar Abbas. Il padre della vittima, infatti, nelle scorse settimane aveva annunciato, tramite i suoi legali, di voler parlare in aula.
"L'omicidio di Saman Abbas non è premeditato, il comportamento infame tenuto da Shabbar dopo la morte di sua figlia non vi deve condizionare. Non posso che chiedere l'assoluzione per non aver commesso il fatto, perché non c'è la prova di un suo concorso", aveva detto l'avvocato Enrico Della Capanna, difensore del padre di Saman, il 5 dicembre scorso terminando la sua arringa difensiva.