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Il pompiere “corrotto” scarcerato e riammesso a lavoro: dovrà istruire i colleghi

Era finito in carcere l’anno scorso con l’accusa di aver intascato mazzette in cambio di autorizzazioni e certificazioni di prevenzioni degli incendi. Giovanni Amendolagine, uno dei tecnici più conosciuti e di maggiore esperienza del comando di Torino, ha ammesso le proprie responsabilità ed è tornato al lavoro.
A cura di B. C.
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Avrebbe intascato tangenti per “facilitare” il rilascio di certificati antincendio. Un’accusa che aveva portato in carcere l’ingegnere dei vigili del fuoco del comando di Torino Giovanni Amendolagine, insieme ad altri due funzionari, in servizio in Piemonte e negli uffici centrali di Roma. E’ passato un anno dall’indagine dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Torino ed ora il tecnico è stato riammesso in servizio. Una decisione arrivata direttamente dal Ministero, come evidenzia La Stampa. Amendolagine ha infatti fornito al giudice delle indagini preliminari ampie ammissioni e dato prova di aver compreso gli errori commessi. Va comunque detto che non andrà più a ricoprire l’incarico di funzionario addetto alla prevenzione, ma sarà direttore della formazione interna dei vigili del fuoco.

La sua riammissione però non è stata presa benissimo da tutti i colleghi. “So che molti non hanno gradito la decisione, ma tutto è stato fatto nel pieno rispetto delle regole, a tutela dell’amministrazione e del diretto interessato”. Ha ammesso il comandate provinciale dei vigili del fuoco, Marco Cavriani, dopo aver preso atto della riammissione decisa dal Ministero. “Finite le esigenze di carcerazione, il funzionario è tornato in libertà ed ora si trova in attesa di giudizio. In questa fase lui è tornato a lavorare, ma è stato collocato in un settore dove non c’è contatto con il pubblico. Come responsabile della formazione del personale si deve semplicemente occupare dell’organizzazione dei corsi e lo sta facendo con grande impegno”.

Nonostante Amendolagine sia stato scarcerata, la vicenda giudiziaria che lo riguarda va comunque avanti. I carabinieri del Nucleo investigativo e della stazione di Grugliasco hanno eseguito nei giorni scorsi un sequestro anticipato, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Torino, riguardante i beni, mobili e immobili, riconducibili al pompiere. Nel dettaglio, si tratta di due case, entrambe a Grugliasco, per 385 mila euro, conti correnti per 90 mila e tre veicoli: una moto, un’Audi Q5 e una Mini Cooper.

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