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Il poliziotto che a un passo dalle nozze lascia la divisa e diventa prete: la storia di don Ernesto

Don Ernesto Piraino, sacerdote 43enne, oggi guida la parrocchia Santa Maria Goretti di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza. Fino a qualche anno fa però indossava la divisa da poliziotto ed era pronto a sposare la donna che amava.
A cura di Francesca Lagatta
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Don Ernesto il giorno della sua ordinazione circondato dai colleghi in divisa
Don Ernesto il giorno della sua ordinazione circondato dai colleghi in divisa

Una vocazione spirituale così forte da cancellare di colpo l'esistenza precedente e spalancare le porte a un nuovo cammino, fatto unicamente di preghiere e meditazione. È la storia di Ernesto, ora don Ernesto Piraino, sacerdote 43enne che nonostante la giovane età ha già vissuto più di una vita. Oggi guida la parrocchia Sant'Andrea Apostolo, nella chiesa intitolata a Santa Maria Goretti della marina di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza, ma un tempo don Ernesto maneggiava armi, indossava la divisa blu da poliziotto in territori difficili, prima in Sicilia e poi in Calabria, ed era a un passo dal matrimonio con la sua storia fidanzata, dopo sei anni di relazione. Poi, nel 2006, qualcosa cambia. Per sempre. L'allora 27enne poliziotto interrompe il fidanzamento e si avvicina alla parrocchia di riferimento. Quel posto, quel silenzio, gli piacciono al punto che la casa del Signore diventa il luogo dove passa la maggior parte delle ore. Anche quando, poco dopo, comincia a frequentare altre ragazze. "Se vuoi diventare prete – le dice una di queste – basta che lo dici". Ernesto non se lo fa ripetere due volte. Nel 2011 entra in seminario e sei anni più tardi, l'11 febbraio, viene ordinato sacerdote.

La vocazione sin da bambino

Classe 1979, figlio di emigranti calabresi in Germania, cresciuto in una famiglia fortemente cattolica, Ernesto anche da bambino ha sempre avuto ammirazione per l'abito talare. Quel vestito lo affascinava. Ma crescendo pensa ad altro, è distratto da ciò che lo circonda. A 19 anni vince un concorso il Polizia, ha un posto fisso e sicuro che gli consente di fare tanti progetti. Tra questi c'è anche il matrimonio. Ernesto ha una relazione con una ragazza da sei anni e spera di poter fare presto il grande passo, magari vivere in una casa accogliente e, perché no, animata da tanti bambini. Ma qualcosa, dentro di sé, gli dice che la sua strada è un'altra. Lo capisce quando in servizio, un giorno, salva la vita di un bambino. Ernesto lascia la sua fidanzata. Qualcuno pensa che ci sia un'altra donna, invece il ragazzo va in chiesa, passa lì la maggior parte del tempo, comincia a svolgere le attività parrocchiali, sente di stare bene con se stesso. Nel frattempo conosce altre ragazze, ma anche stavolta preferisce l'adorazione eucaristica perpetua. Preferisce fare compagnia a Gesù, anche di notte.

Il seminario e l'ordinazione

Passano quattro anni, è il 2010, ed Ernesto fa una scelta che gli cambierà nuovamente la vita: entrare in seminario. Il cammino comincia l'anno successivo. Per un lungo periodo, continua a indossare la divisa. Le due cose gli piacciono e possono convivere perché ciò che le lega è un profondo senso di giustizia e la voglia di aiutare il prossimo. Poi la svolta. Nel 2017 prende i voti e l'11 febbraio viene ordinato sacerdote nella diocesi di Scalea-San Marco Argentano dal vescovo Leonardo Bonanno, alla presenza dei suoi ex colleghi di lavoro, venuti in massa e rigorosamente in divisa per festeggiare un giorno così speciale.

Il ritiro spirituale

È il 2021. Don Ernesto è parroco a Praia a Mare, la città dell'isola Dino. D'improvviso gela i suoi affezionati fedeli: "Lascio la parrocchia". Ha bisogno di riflettere e ritirarsi a vita privata. Se ne va in un casolare circondato dalla natura a Belvedere Marittimo, lungo la costa tirrenica. Vuole stare ancora più vicino a Dio. Sceglie la vita da eremita, lontano dalla società moderna, i suoi rumori e le sue distrazioni.

Il ritorno alla vita parrocchiale

Don Ernesto ha previsto un ritiro di almeno due anni, ma passano solo pochi mesi e il vescovo lo chiama: "La diocesi ha bisogno di te". A Guardia Piemontese, nella chiesa Santa Maria Goretti, i fedeli lo stanno aspettando a braccia aperte. Nessuna esitazione, don Ernesto risponde alla chiamata. "Benvenuto", scrivono i parrocchiani sui cartelloni nel giorno del suo arrivo. E lui non si presenta a mani vuote. Durante il periodo di isolamento ha scritto un libro, quello sulla sua vita, una storia di forza e di coraggio che accarezza i cuori. Il suo ritorno è una festa. "Gesù chiama per donare qualcosa e per donarci il centuplo rispetto a quelli che possono essere i nostri legittimi progetti", è il suo commento. Don Ernesto è già pronto a vivere l'ennesimo capitolo della sua vita.

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