Il pm Cuno Tarfusser sanzionato dal Csm per aver chiesto la revisione del processo sulla strage di Erba
È stato sanzionato dal Consiglio superiore della magistratura con la ‘censura‘ il pubblico ministero di Milano Cuno Tarfusser, accusato di aver violato le linee guida della Procura generale in tema di revisione dei processi, in particolare sul caso della strage di Erba, il quadruplice omicidio avvenuto nel 2006 e per cui sono stati condannati in terzo grado all'ergastolo i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano.
A deciderlo è stata la sezione disciplinare del Csm. Nello specifico, a Tarfusser è stato rimproverato di aver proposto la revisione del processo per la strage di Erba, nonostante non fosse competente a farlo. In base alle linee programmatiche della Procura generale di Milano, questo compito rientrava nella competenza dell'Avvocato generale e del Procuratore generale. La prima udienza verrà celebrata a Brescia il prossimo 1 marzo.
Tarfusser: "Rifarei esattamente quello che ho fatto"
Prima della decisione, Tarfusser ha reso dichiarazioni spontanee davanti al collegio della sezione disciplinare del Csm, riportate da Repubblica. "Ho fatto bene ad agire come ho agito, altrimenti non saremmo alla vigilia dell'inizio di un processo di revisione. Mai mi sarei aspettato, dopo quasi 40 anni di servizio in cui ho sempre svolto il mio ministero di magistrato con serietà, passione e correttezza, di trovarmi di fronte alla disciplinare con questa incolpazione", ha detto Tarfusser.
Non ho nulla di cui oggi mi debba vergognare – ha aggiunto – non ho violato alcuna norma perché la norma in realtà non c’è, non ci può essere una norma che regoli la mia vita privata. Quell’atto è diventato un atto giudiziario solo quando l’ho depositato alla segreteria della procura generale di Milano, non l’ho depositato a Brescia. Rifarei esattamente quello che ho fatto". Tarfusser ha poi anche parlato di una sua “richiesta di incontro" con il procuratore generale di Milano, Francesca Nanni, che sarebbe stata “ignorata”.
Il magistrato ha aggiunto di non aver “mai leso il prestigio e l’onore della magistratura”. La sua difesa aveva chiesto il proscioglimento, poi il collegio si è ritirato per decidere se infliggere o meno la sanzione della “censura” chiesta dal procuratore generale. Per un eventuale ricorso contro la censura, il pubblico ministero ha detto di voler aspettare la pubblicazione delle motivazioni che avverrà entro 90 giorni.