Il pentito Mutolo sull’arresto di Messina Denaro: “Una messa in scena. Forse c’era un accordo”
"A me non è sembrato l'arresto di un mafioso, mentre lui era uno dei mafiosi più pericolosi al mondo". A parlare è Gaspare Mutolo, ex mafioso e collaboratore di giustizia, il quale ha definito una "messa in scena" la cattura di Matteo Messina Denaro lo scorso 16 gennaio a Palermo.
Lo ha fatto in una intervista rilasciata in esclusiva all'AdnKronos, in cui ha spiegato perché l'arresto dopo 30 anni di latitanza del boss di Castelvetrano sembra a lui essere "programmato".
"A parte la mia esperienza personale e il mio arresto – ha detto Mutolo – ma quando arrestano boss c'è tutto un altro clima. Armi alla mano, confusione. Qui invece è accaduto tutto in tranquillità, e questo fa pensare. Per Messina Denaro e per lo spessore criminale che lo ha contraddistinto in quanto imputato nelle stragi e non solo, è sembrata più che altro una messa in scena. Basta vedere le immagini in tv".
Per questo, ha aggiunto, "per me è stata una cattura programmata, perché ci sono altri interessi. Ricordiamo i messaggi mandati dal carcere da Giuseppe Graviano su Berlusconi".
A questo punto, si è spinto a parlare di una possibile trattativa che ha aperto la strada alla cattura di Messina Denaro. "C'è stata, e ci sarà sempre una trattativa tra Stato e mafia – ha spiegato il collaboratore di giustizia -. In questo arresto non ho visto turbolenza, come in altri arresti, c'era tranquillità, lo ripeto. Non c'era alcuna sorpresa. Anche l'esultanza dei carabinieri non era evidente. Finora i carabinieri o i poliziotti sono sempre intervenuti in maniera diversa. Questa mi è sembrata una passeggiata, non un arresto di un boss".
Anche rispetto all'individuazione dei covi dell'ex super latitante Mutolo ha qualche perplessità: "Non hanno trovato documenti importanti nell'ultimo covo – ha detto -. Ieri hanno trovato una pistola calibro 38, ma non quello che hanno sperato come l'agenda del povero giudice Paolo Borsellino. Quindi, hanno fatto sparire tutto perché forse c'era questo accordo, che Messina Denaro si doveva consegnare e lui avrà fatto sparire tutto. Qualsiasi persona ha qualcosa di compromettente a casa, figuriamoci Messina Denaro. Noi sappiamo che Messina Denaro fa parte della massoneria, della mafia, ha compiuto tutte le stragi e le cose orrende accadute in Italia, ma sicuramente non troveranno niente perché lui si è consegnato".
Mutolo, ex killer ed autista di Totò Riina, collaboratore di giustizia dal 1991, non è stato il primo a parlare di un accordo per l'arresto di Messina Denaro. Prima di lui anche un altro pentito Salvatore Baiardo, che gestì la latitanza dei fratelli Graviano, parlando a La7 un paio di mesi prima della cattura del boss disse: "Che arrivi un regalino? Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?".