“Il Papa vuole la mia morte”, così il cardinale Becciu in una chat. Nei messaggi frasi contro Francesco
"Vuole la mia morte", "non pensavo arrivasse a questo punto", così il cardinale Giovanni Angelo Becciu, imputato in Vaticano nel processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, riferendosi a Papa Francesco, in alcuni messaggi inviati una chat con amici e famigliari.
Si tratta di contenuti che sono stati resi noti in aula dal promotore di giustizia Alessandro Diddi e sono il frutto di un'indagine della Guardia di Finanza di Oristano sulla Cooperativa Spes di Ozieri, su rogatoria del Vaticano. Il nuovo fascicolo aperto dalla magistratura vaticana è per un'ipotesi di associazione a delinquere, reato per il quale Becciu è indagato insieme ad altre persone.
"Non pensavo arrivasse a questo punto: vuole la mia morte", scrive Becciu in un messaggio a una familiare il 22 luglio dello scorso anno, due giorni prima che, con l'aiuto della figlia di questa e nipote di Becciu, registrasse una telefonata con papa Bergoglio, fatta sentire ieri a porte chiuse durante l'udienza al Tribunale vaticano.
L’argomento della telefonata fatta dal Cardinale Becciu a Papa Francesco, in cui "si intendeva spingere il Papa ad affermare circostanze di una qualche utilità" per il processo che stava per iniziare, è la liberazione di una suora colombiana.
Nella chat la donna invita il cardinale ad avere coraggio, "vedrai che la verità trionferà". E lui: "Per ora sono loro a trionfare e trafiggerci!", "Ma la vittoria sarà degli onesti". Il cardinale risponde: "Non vuole fare brutta figura per la condanna iniziale che mi ha dato".
E ancora: "Mai avrei immaginato (che) non un Papa ma (che) un uomo arrivasse a tanto". La donna allora gli risponde: "E' un grande vigliacco, ma tu combatti e fai risplendere la verità, è dura lo so, coraggio vinceremo in pieno", "c'è del marcio in Vaticano". In una delle chat, un amico della famiglia Becciu – ha riferito in aula Diddi – scrive anche che al Papa "bisognerebbe dare un colpo in testa".