Il Papa e quella borsa portata con sé: “Dobbiamo abituarci a essere normali”
Del viaggio in Brasile di Papa Francesco si è parlato tanto negli ultimi giorni e, a visita conclusa, è stato lo stesso Pontefice a tracciare un bilancio della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro. Il Papa, durante il suo viaggio di ritorno in Italia, ha dato la possibilità ai giornalisti che erano con lui di fargli delle domande a cui lui ha risposto alla sua maniera, il più delle volte con estrema semplicità. Per esempio Bergoglio ha risposto a una domanda sui gay facendo delle dichiarazioni che in breve tempo hanno fatto il giro del mondo. Un giornalista italiano, Andrea Tornielli, ha fatto invece una domanda diversa al Papa, una domanda che lo stesso giornalista ha definito forse “un po’ indiscreta”. Voleva qualche curiosità in merito a quella borsa nera che Francesco ha portato con sé in Brasile e che ha sempre trasportato personalmente, senza affidarla mai a nessun collaboratore. Cosa conteneva quel bagaglio?
“Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio, è normale” – Il giornalista, nel porgere la sua domanda, ha spiegato al Santo Padre che le foto che lo immortalavano con la borsa sulla scaletta dell’aereo avevano fatto il giro del mondo e che in tanti avevano commentato questa novità. “Allora, le mie domande sono: uno, perché ha portato Lei la sua borsa nera e non l’ha portata un collaboratore, e due, se può dirci cosa c’era dentro”. Francesco, da parte sua, ha ammesso che gli sembrava anche strano il fatto che quella foto avesse fatto il giro del mondo. Cosa conteneva la borsa? “Non c’era la chiave della bomba atomica”, ha scherzato il Papa. E poi ha spiegato che la portava con sé perché ha sempre fatto così. Per trasportare il rasoio, il breviario, l’agenda. Per avere un libro da leggere durante i viaggi. E ha concluso: “Io sono andato sempre con la borsa quando viaggio: è normale. Ma dobbiamo essere normali … Non so … è un po’ strano per me quello che tu mi dici, che ha fatto il giro del mondo quella foto. Ma dobbiamo abituarci a essere normali. La normalità della vita. Non so, Andrea, se ti ho risposto…”.
