Il papà di Yara: “Non seguiamo più la vicenda giudiziaria. Non ci ridarà nostra figlia”
"Non seguo più le vicende giudiziarie. Non cambierebbe niente: non riavrei mia figlia”. Fulvio Gambirasio, padre di Yara, la 13enne di Brembate di Sopra, vittima di uno dei casi di cronaca più dibattuti degli ultimi vent’anni in Italia (per il quale è stato condannato Massimo Giuseppe Bossetti), ha partecipato con la moglie Maura alla presentazione del torneo di calcio della categoria pulcini promosso dall’associazione “La passione di Yara”. I due si impegnano quotidianamente nel seguire i bambini e supportarli nei loro percorsi e nelle passioni sportive, artistiche e culturali; il torneo è giunto già alla sua terza edizione.
“Abbiano fatto un grande lavoro di comunicazione. Quando sappiamo di una certa situazione, ci presentiamo, con leggerezza. Diciamo, semplicemente: Siamo qui. Facciamo due chiacchiere con il ragazzo. Senza i genitori perché non ci deve essere condizionamento. Cerchiamo di cogliere il livello di passione. Così, abbiamo scoperto un mondo”.
“È qualcosa che ci fa stare bene. La nostra non è una missione. Sono credente. È la Provvidenza che sta lavorando in questo senso. Ci aiuta. Altrimenti, non riesco a immaginare come avremmo trascorso questi ultimi tre anni" ha spiegato l’uomo al quotidiano Il Giorno. "In questo momento il messaggio che vogliamo mandare, ai nostri figli per primi, e a tutti i ragazzi, è quello che la vita va avanti. E lo stesso fanno i genitori che collaborano con noi – ha aggiunto l’uomo facendo riferimento al processo che vede come protagonista il presunto assassino di sua figlia – Collaboriamo anche con il Sinodo dei Giovani. Collaboriamo per portare avanti il livello di cultura dei giovani e vedere cosa riusciranno a fare in futuro. La legge è la legge. Segue il suo percorso. Noi seguiamo il nostro".