Il papà di Salvatore Sinagra in coma dopo aggressione a Lanzarote: “Gli hanno rotto il cranio. Chi sa parli”
Aggredito con brutalità, fino a rischiare la vita. È quanto accaduto a un 30enne di Favignana, Salvatore Sinagra, che fuori da un locale di Lanzarote, dove era in trasferta per motivi lavorativi, è stato trovato con ferite profonde alla testa. Poco prima la discussione con un altro avventore del locale. Mentre le forze dell'ordine spagnole indagano, il padre di Salvatore, Andrea Sinagra, racconta a Fanapge.it quanto è riuscito a ricostruire finora.
Andrea, innanzitutto come sta suo figlio?
"Mio figlio sta male, sta combattendo per la vita. Lei ha idea di cosa vuol dire rompere il cranio a una persona? Aprirgli in due la testa? Neanche si riesce con le mani, neanche con un pugno potresti mai fare questo, chissà con che cosa gliel’hanno aperto".
Che cosa è successo quella sera?
"Da quello che sappiamo noi, è una persona del posto, un uomo che si era mostrato irruento nei confronti di mio figlio, il quale gli ha detto ‘Ma che hai?' Io non ti conosco, non so neanche chi sei'. Sembrava una cosa finita, quest'uomo è uscito dal locale e mio figlio dopo un po’ ha deciso di andarsi a fumare una sigaretta, ma erano tutti tranquilli, tant'è vero che gli amici non lo hanno nemmeno seguito. Invece da quando è uscito le ultime cose che sappiamo è che l'hanno trovato a terra, praticamente questi l'hanno aggredito".
C'erano dei testimoni?
"Sì, quelli che hanno chiamato la Polícia Civil e l'ambulanza e ci sono anche delle riprese delle telecamere che hanno acquisito gli inquirenti, però ora, siccome stanno indagando, non possono darci notizie".
Sulle condizioni cliniche di Salvatore ci sono novità?
"Gli hanno messo delle cannule in testa che gli aspirano i vari ematomi, è sotto respirazione forzata, è a temperatura controllata, è sotto tutti i macchinari. Mio figlio non c'è più".
Che ragazzo è Salvatore?
"È un ragazzo solare, amico degli amici, che scherza con tutti, gioviale, che non porta rancore per nessuno, assolutamente non è rissoso".
Come mai si trovava a Lanzarote?
"Era lì per sbrigare le ultime pratiche per tornare in Italia e aprire un'attività che noi avevamo trovato. Aveva già fatto un'estate, ha visto che funzionava e voleva tornarla a gestire".
Oggi che cosa spera e che cosa crede?
"Non so cosa dirle, io sto morendo. L'unico appello che posso fare è quello a chi a visto, che parli, che dica, per dare giustizia al mio ragazzo".