Il papà di Niccolò Ciatti a Fanpage.it: “Bene l’estradizione del ceceno, vogliamo l’ergastolo”
La Germania ha deciso di consegnare alle autorità italiane il cittadino russo di origine cecena Rassoul Bissoultanov, ritenuto responsabile dell'assassinio di Niccolò Ciatti, avvenuto il 13 agosto 2017 in Spagna. L'autorizzazione alla consegna fa seguito a un mandato di arresto europeo, emesso dalla Procura della Repubblica di Roma nel 2020. Fanpage.it ha raggiunto al telefono Luigi Ciatti, il padre di Niccolò.
"E' una buona notizia la sua estradizione. Non riesco a dire "sono contento", la contentezza è un'altra cosa, non posso sentirla in mezzo a questa tragedia, però sì, l'estradizione in Italia di Bissoultanov è una buona notizia".
Preferite l'Italia alla Spagna, o alla Germania?
"Vorremmo il luogo dove più a lungo possa rimanere in carcere, e pensiamo che questo luogo possa essere l'Italia. La Spagna si è dimostrata pessima, dopo quattro anni non hanno neanche iniziato il processo, e Bissoultanov alla prima occasione è infatti riuscito a fuggire. Aveva firmato al tribunale di Girona il 2 agosto, e sarebbe dovuto tornare a firmare il 16 agosto, cioè due settimane dopo. Ma lui già il 3 agosto è fuggito in Germania, ed è stata solo una casualità il fatto che lo abbiano trovato, durante un controllo appunto casuale all'auto in cui viaggiava".
Arriveremo al processo.
"Sì, ora finalmente sì, e noi speriamo in una condanna molto alta, noi vorremmo l'ergastolo. Vede, l'assassino non ha nessuna intenzione di riabilitarsi, ma di fuggire, lo ha già dimostrato. Non è pentito, e l'unico posto dove è giusto che stia è in carcere, anche come esempio per altri come lui".
Ci ha detto molto, ma vuole aggiungere qualcosa?
"Vorrei dire questo: non riesco a dimenticare le immagini del calcio che ha sferrato a Niccolò, già a terra. Ho davanti agli occhi mio figlio in terra, e lui che a quel punto gli sferra quel calcio dato per uccidere. Quel calcio ce l'ho davanti agli occhi, sempre, non se ne va. E sa un'ultima cosa? L'ho pensato tante volte: avessi potuto, avrei preso il posto di mio figlio".