Il papà di Martina Voce, accoltellata dall’ex: “La prima cosa che le ho detto è di non sentirsi in colpa”
Non si fermano nemmeno durante le festività le cure intensive a cui viene sottoposta Martina Voce, 21enne fiorentina aggredita con almeno trenta coltellate dall'ex fidanzato Kumar Mohit venerdì 20 dicembre nel negozio ‘Smak aV Italia' di Oslo, dove la ragazza stava lavorando.
Le sue condizioni, estremamente critiche nelle prime ore, stanno per fortuna migliorando, la giovane è già stata sottoposta a diversi interventi chirurgici, l'ultimo il 26 dicembre, alla mano sinistra, la più danneggiata dai fendenti. Le cure proseguono ma per i medici è fuori pericolo, come ha confermato oggi anche lo zio.
"Ho preso una casa qui a Oslo – racconta a Fanpage.it Carlo Voce, il papà di Martina – e ci ho portato tutta la nostra famiglia allargata: la mamma di Martina, mia ex moglie, che è di sicuro la persona più provata per questa vicenda, la mia figlia più piccola insieme alla sua mamma e la nonna materna di Martina".
"Nonostante la terribile esperienza appena vissuta – continua Carlo Voce -, sono sempre più convinto che la vita di mia figlia sia qui in Norvegia e non vorrei mai sradicarla da dove è felice. A Natale e a Santo Stefano sono venuti a trovarla in ospedale tanti suoi amici, che poi hanno pranzato da noi a casa. È bello vedere quante persone vogliono bene a Martina".
Con la famiglia di Kumar Mohit, il 24enne che fino alla scorsa estate era il fidanzato di Martina Voce e che l'ha aggredita a coltellate qualche giorno prima di Natale, non ci sono stati contatti: "Mi hanno chiesto tramite la polizia di vederci – racconta il padre di Martina Voce -, il papà di Kumar vuole chiedermi scusa, ma non è lui che si deve scusare, non penso sia colpa sua. Però – aggiunge – in questo momento non me la sento di incontrarlo, non provo odio nei confronti di nessuno, ma adesso voglio concentrarmi solo su Martina".
La 21enne si sta pian piano risvegliando: "Le stanno lentamente togliendo gli antidolorifici che la tenevano sedata – spiega il padre -, per questo avverte di più il dolore, ma è perfettamente vigile, parla con gli occhi, ha detto ciao alla sorella, anche se a causa della tracheotomia fatica a emettere suoni, sorride, piange, è viva".
"La prima cosa che le ho detto – ricorda Carlo Voce – è di non sentirsi in colpa, perché avevo notato che nel vedermi si stava per mettere a piangere e temevo sentisse il peso della nostra preoccupazione e di quanto accaduto, ma ho voluto subito che avesse bene chiaro di non avere alcuna responsabilità in quello che le è stato fatto".
"Mi chiedo invece io – continua Voce – se non avessi dovuto insistere di più affinché denunciasse l'ex fidanzato per le sue continue richieste di riavvicinamento, d'altra parte non sono mai stato abituato a intromettermi nelle scelte di mia figlia, a maggior ragione vedendo quanto è matura e buona".
"Ciò che conta – conclude – è che la mia bambina si sia salvata. La strada sarà lunga, ma uniti ce la faremo e Martina sa che io e il resto della famiglia resteremo sempre al suo fianco".