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Il papà del 23enne che si è tolto la vita su Tiktok: “Tante cattiverie sul suo conto”

“Da qualche tempo non era più lo stesso, è morto di cyberbullismo”. A raccontarlo è il padre di V.P., il ragazzo di 23 anni che ha deciso di togliersi la vita durante una diretta su TikTok. In un’intervista l’uomo ha spiegato quelli che, secondo lui, potrebbero essere i motivi dietro il gesto.
A cura di Eleonora Panseri
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"Tante cattiverie sul suo conto, mio figlio non era più lo stesso". A raccontarlo è il padre di V.P., il ragazzo di 23 anni che ha deciso di togliersi la vita durante una diretta su TikTok. In un'intervista a La Repubblica, l'uomo ha detto di aver cresciuto da solo il giovane, dopo che la madre ha lasciato la famiglia quando era solo un bambino.

"Era un ragazzo meraviglioso. Un gioiello che oggi ho dovuto seppellire. Era creativo, amava disegnare e costruire i costumi dei suoi personaggi. Un artista vero. Nei prossimi giorni doveva andare a una fiera per tatuatori. Ora il suo stand resterà vuoto, ma con i suoi amici vogliamo metterci dei fiori e lanciare un fund raising per un’associazione contro il cyberbullismo. È morto di questo", ha spiegato il papà.

V.P. era conosciuto sui social con il nome di Inquisitor Ghost ed era diventato noto anche come cosplayer di Ghost, uno dei protagonisti del videogioco Call of Duty. Sul suo profilo TikTok aveva circa 200mila follower, la piattaforma sulla quale ha deciso di togliersi la vita durante una diretta.

Come ha raccontato il padre, sembra che avesse ricevuto di recente accuse infamanti: "Mi è venuto qualche sospetto quando per un periodo ha chiuso i profili social. Aveva smesso anche di aggiornare quello del suo lavoro nel negozio di tatuaggi. A quel punto gli chiesto il perché, e lui mi ha raccontato delle accuse di pedofilia. Ho scoperto tante cose su chi lo ha diffamato e ho già detto tutto ai carabinieri. Tutto per qualche follower".

L'uomo ha ripercorso anche la giornata della tragedia. "Ci siamo sentiti al mattino e mi ha detto che aveva mal di testa e non sarebbe andato al lavoro – ha raccontato – Poi alle 21.10 l’ho chiamato per chiedere se avesse bisogni di medicine, ma mi ha detto di no. Oggi penso che avesse paura che qualcuno lo aspettasse sotto casa per via di quelle accuse infamanti. Forse ha ricevuto altri messaggi o ha letto nuove cattiverie. Verso le 23, una ragazza che lavora con lui mi ha buttato giù dal letto suonandomi al campanello dicendo che era successo qualcosa. Ho provato ad aprire la porta senza riuscirci, poi dal balcone ho tirato su la serranda e l’ho visto".

Il padre non è riuscito a impedire al figlio di togliersi la vita perché, prosegue, non sospettava nulla: "Abitiamo sullo stesso pianerottolo: sarei intervenuto (se avessi immaginato una cosa del genere, ndr). Venerdì e sabato li ha trascorsi con una ragazza che frequentava da qualche tempo ed era sorridente come sempre".

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