Non sono un esperto e mi scuso fin da ora. Ma il Conclave che si apre oggi a Roma, e che darà alla Chiesa cattolica un nuovo Papa, è un evento universale. Il paradiso della Cappella sistina, l'extra omnes pronunciata dal Maestro delle cerimonie, hanno una solennità che emoziona tutti. E' come se ogni volta affidassimo a quella porta chiusa, e a quella fumata, la speranza di una svolta. Ognuno ci mette il suo. Io, per esempio, senza averne alcun titolo, sogno di veder spuntare sotto la veste papale, i sandali del frate francescano Patrick O'Malley. E' un cardinale, arcivescovo di Boston, è nel conclave, ma è un monaco, ne conserva la povertà e l'umiltà. Ha fondato un centro per profughi e immigrati. Si è battuto contro la nomenclatura, ha invocato pulizia sugli scandali sessuali, ha venduto beni del vescovado per indennizzare vittime di abusi. Per tutto questo, forse, non sarà Papa. Ma i suoi sandali e il saio sono la Chiesa che vorrei.