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Il padre di Nina Sorrentino, esclusa dalla maturità: “Tanta solidarietà ma ancora nessuna soluzione”

Una cinquantina di persone in presidio a poche centinaia di metri dal liceo frequentato fino a qualche settimana fa dalla giovane bolognese. Il papà Alessandro: “Una scuola più inclusiva dovrebbe essere un obiettivo per tutti”
A cura di Beppe Facchini
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[A sinistra Alessandro Sorrentino, a destra Nina Sorrentino]
[A sinistra Alessandro Sorrentino, a destra Nina Sorrentino]

“La situazione non si è sbloccata, è rimasta esattamente quella che era: Nina quindi è ancora a casa, studia, fa le sue cose, ma non ci sono prospettive per il diploma. Ci fa piacere ricevere così tanta solidarietà e che ci siano ragazzi della sua età che si muovono sì al suo fianco, ma anche per una scuola più inclusiva, che dovrebbe essere l'obiettivo di tutti”.

Così Alessandro Sorrentino, il papà della giovane studentessa con sindrome di Down, non ammessa agli esami di maturità a Bologna, commenta l'ondata di vicinanza e di solidarietà ricevuta dopo che la notizia riguardante l'esclusione di sua figlia ha fatto il giro del Paese.

L'occasione per tornare a parlare della vicenda è stata una manifestazione organizzata dal collettivo Osa (Opposizione Studentesca d'Alternativa) a poche centinaia di metri dal Liceo Sabin, lo stesso frequentato da Nina fino a metà marzo, prima della decisione di ritirarsi da scuola per poterci riprovare con la maturità il prossimo anno, anche in un altro istituto, senza dover necessariamente ripetere il quinquennio.

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Al presidio, che dopo alcuni interventi a microfono aperto si è concluso con canti e musica (una delle più grandi passioni di Nina), erano presenti una cinquantina di persone. E oltre a quelle di Osa, a sventolare c'erano pure diverse bandiere di Potere al Popolo e altri collettivi: l'occasione, infatti, è stata utile per molti anche per criticare l'attuale sistema scolastico in Italia e l'inaccessibilità piena al diritto all'istruzione per alcune persone, proprio come la 19enne bolognese salita, suo malgrado, agli onori delle cronache negli ultimi giorni.  “Non va bene un sistema che pensa che certi studenti e studentesse possano accontentarsi di un certificato” ha spiegato uno degli aderenti all'iniziativa.

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“Esprimiamo la nostra solidarietà ad una studentessa che ha deciso di lottare, senza fermarsi di fronte al diniego di sostenere gli esami di maturità", commenta Miriam Calcagnile di Osa. "Come suoi coetanei non possiamo sottrarci nell'opporci a tutto quello che sta succedendo e a questo sistema scolastico. Quindi abbiamo deciso di essere presenti, ma anche di lanciare un'agitazione nazionale studentesca in solidarietà di Nina".

"Ripeto, mi fa piacere: l'inclusione scolastica e nella società è un tema molto importante" commenta la notizia papà Alessandro.

“Nonostante Bologna sia una roccaforte per il Partito Democratico, usando belle parole di inclusività e diritti civili, qui ci sono istituzioni locali che ancora non si sono espresse su quanto accaduto" prosegue invece la giovane rappresentante del collettivo. "E poi sono i primi a portare avanti un modello fatto di tagli all'istruzione, con una vera e propria scuola-gabbia che per noi studenti è solo opprimente. Purtroppo è però una questione che va avanti da decenni, non è una cosa nata ieri, conclude, è frutto di una serie di controriforme operate sia dai partiti di centrosinistra che di centrodestra”.

La preside della scuola di Nina Sorrentino, Rossella Fabbri, contattata qualche giorno fa dopo l'esplosione mediatica del caso da Fanpage.it, non ha voluto rilasciare interviste, chiarendo però comunque di “aver semplicemente rispettato la legge”.

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