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Il neonato morto a Bari era sottopeso e molto disidratato. Prete non risponde agli inquirenti

Era sottopeso, fortemente disidratato e trascurato il piccolo di circa 3-4 settimane trovato senza vita nella culla termica allestita nella parrocchia di San Giovanni Battista di Bari il 2 gennaio scorso. È quanto emerso dall’autopsia.
A cura di Davide Falcioni
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Era un "child neglect", ovvero un bambino sottopeso, fortemente disidratato e trascurato, il piccolo di circa 3-4 settimane trovato senza vita nella culla termica allestita nella parrocchia di San Giovanni Battista di Bari il 2 gennaio scorso. Il piccolo, un maschietto, pesava appena 2,8 chili e probabilmente era stato partorito non in ospedale, anche se quest'ultima è ancora solo un'ipotesi.

Sono questi i nuovi particolari emersi dall'autopsia effettuata ieri sul neonato, che sarebbe deceduto orientativamente per ipotermia, anche se per stabilirlo con certezza serviranno i risultati degli esami istologici. Se il piccolo non fosse stato così trascurato – a quanto viene riferito da fonti vicine alle indagini – si sarebbe potuto salvare, malgrado il mancato azionamento dell'allarme della culla collegato al telefono del parroco e il mancato funzionamento del riscaldamento della culla stessa.

Il piccolo presentava anche delle piccole escoriazioni alle caviglie, assolutamente trascurabili e molto superficiali, forse causate da parassiti cutanei. Resta ora da stabilire se il bimbo sia stato messo nella culla quando era ancora vivo oppure quando era già morto, anche se le prime valutazioni investigative propendono per la prima ipotesi. Infatti, la temperatura del cadavere era la stessa della stanza, particolare questo che fa ipotizzare agli inquirenti che il bimbo sia rimasto nella culla termica per molto tempo, fino alla morte.

Dal punto di vista investigativo si sta indagando su donne che hanno partorito da dicembre in poi e sono in corso le analisi sui filmati ripresi dalle tre telecamere a circuito chiuso della zona in cui si trova la culla termica.  Si è intanto avvalso della facoltà di non rispondere don Antonio Ruccia, il parroco della chiesa san Giovanni Battista di Bari indagato per omicidio colposo in merito alla vicenda. Il suo interrogatorio, il primo come indagato – precedentemente era stato ascoltato dagli inquirenti come persona informata sui fatti – era infatti fissato per ieri pomeriggio ma il prete, assistito dall'avvocato Salvatore D'Aluiso, ha scelto di non rispondere alle domande.

Ha risposto invece Vincenzo Nanocchio, il tecnico elettricista co-indagato insieme a don Ruccia. La Procura, intanto, ha conferito l'incarico per la consulenza sulla culla all'ingegnere e professore di Ingegneria Elettrica del Politecnico di Bari Saverio Mascolo e al perito Luigi De Vecchis. La consulenza si terrà lunedì prossimo alle 12.00, gli indagati hanno a loro volta nominato dei propri consulenti. Compito della consulenza è spiegare il funzionamento del sistema e di quante e quali parti sia composto; verificare se il sistema abbia funzionato e se no, perché; se nella culla ci sono altri sistemi per la salvaguardia del bambino come un sistema di videosorveglianza (che c'è) e di condizionamento della stanza (c'è anche questo); comprendere se questi altri sistemi abbiano funzionato e se no, perché; verificare il sistema di funzionamento dell'alimentazione elettrica.

Nanocchio agli inquirenti ha raccontato di aver cambiato l'alimentatore della culla lo scorso 14 dicembre, dopo alcuni blackout che avevano interessato la chiesa, spiegando anche di aver provato quel sistema tre volte e che tutte e tre le volte aveva funzionato.

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