Il nascondiglio segreto in cucina e i quadri del Padrino, cosa hanno trovato nel covo di Messina Denaro
Un nascondiglio segreto in cucina, dove il boss mafioso aveva occultato la sua pistola revolver, i quadri del Padrino ma anche molti libri e documenti vari tra cui i famosi pizzini. È quello che i carabinieri del Ros hanno trovato nell’ultimo covo di Matteo Messina Denaro al momento della scoperta del rifugio dopo la cattura del boss il 16 gennaio del 2023. Un anno dopo l’arresto e oltre tre mesi dopo la morte del boss in carcere, i Ros sono tornati sul posto insieme alle telecamere del Tg1 per raccontare per la prima volta l’ultima abitazione dove ha vissuto Matteo Messina Denaro.
Come accertato dagli inquirenti, l’ultimo periodo della sua latitanza Matteo Messina Denaro lo ha trascorso nel luogo in ci si riteneva più sicuro, nella sua Campobello di Mazara, un piccolo paese in provincia di Trapani, da sempre feudo della sua famiglia mafiosa. “Campobello di Mazara è stato veramente il cuore della sua latitanza, il feudo della sua latitanza perché lui si sentiva scuro e protetto” ha confermato al giornalista Giacinto Pinto il comandante del primo reparto dei Ros, il colonnello dei carabinieri Lucio Arcidiacono.
Qui è stato protetto e coperto da complici e fiancheggiatori, molti dei quali già arrestati e in carcere ma altri ancora ricercati. Una ricerca partita proprio dall’ultimo covo di Messina Denaro dove sono stati rinvenuti pizzini e materiali di vario genere su cui gli investigatori stanno ancora lavorando per arrivare a decifrare spostamenti, dialoghi e connessioni del boss indiscusso di Cosa Nostra.
Nell’abitazione, posta sotto sequestro, i carabinieri hanno rivenuto un vano segreto in cucina dove il boss aveva nascosto la sua pistola ma anche molti quadri che raffiguravano film famosi come Il Padrino. “Aveva certamente una grande passione per il cinema ma anche per la lettura” ha confermato il colonnello Arcidiacono.
I documenti più significativi dal punto di vista investigativo i carabinieri li hanno trovati nella camera da letto dove c’era uno scrittoio che Messina Denaro usava abitualmente. Attraverso quei pizzini e altro materiale, che il boss lasciva lì perché si sentiva sicuro, gli inquirenti stanno ancora cercando di ricostruire tutta la latitanza del boss durata oltre trenta anni.