“Il narghilè fa male, può causare anche tubercolosi ed herpes”
Il narghilè fa male. Anzi, è come fumare qualcosa come 100 sigarette. Una tendenza ormai consolidata nel nostro Paese, quella di aspirare la "pipa d'acqua", ma che può essere dannosa per i polmoni di chi ne fa uso e "portare non solo a un avvelenamento da monossido di carbonio, ma anche ad altre patologie come la tubercolosi, l'herpes e alcune malattie respiratorie come l'influenza, legate alla condivisione dei bocchini da cui si aspira il fumo". A lanciare l'allarme è Tracey E. Barnett dell'università della Florida in un nuovo studio di revisione pubblicato sulla rivista Respiratory Medicine. Secondo il ricercatore, un abuso del narghilè "può danneggiare il cuore e aumentare il rischio oncologico". Tesi sostenuta anche dai dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui chi fuma in questo modo lo fa solitamente per un tempo che va dai 20 agli 80 minuti, e ciò equivale a 100 o più sigarette.
Il narghilè, chiamato anche ‘shisha' o ‘hookah', è di casa nei Paesi Arabi ma si è diffusa rapidamente anche in Occidente. E' ancora forte il ricordo degli anni Sessanta, in cui era un vero e proprio simbolo delle annate di contestazione. Oggi è quasi un oggetto cult. Il narghilè produce il fumo grazie a un recipiente d'acqua, al cui interno viene fatta passare una spirale che permette al fumo di raffreddarsi prima di arrivare alla bocca del consumatore attraverso un tubicino flessibile. La sua peculiarità è dovuta alle diverse fragranze che produce. Ma è proprio quel sapore profumato che "lo rende uno strumento attraente e alla moda per i ragazzi – sottolinea Barnett – che in questo modo credono falsamente che sia meno dannoso rispetto alle sigarette. Ma l'acqua – spiega – non filtra nessuna delle tossine presenti nel tabacco".