Il concetto di accessibilità e inclusione viene spesso dato per scontato anche agli addetti ai lavori che dovrebbero, non solo per legge, fare in modo che ogni spazio sia idoneo per qualunque tipo di mobilità (dalla persona perfettamente deambulante al genitore con un passeggino, fino all’anziano col bastone), non necessariamente quelle riguardanti le persone con disabilità certificate.
Il 19 Aprile scorso la Onlus #Vorreiprendereiltreno aveva pubblicato, sulla propria pagina facebook, un post dove veniva fatto notare come i parcheggi del Museo Mart di Rovereto (ambiente noto, tra l’altro, per il suo forte spirito inclusivo) non rispettassero le normative vigenti.
Come potete ben notare dalla foto che un segnalatore aveva inviato, con il palo messo in quel modo il parcheggio (con le righe gialle e apposito cartello al soffitto, perciò riservato ad uso esclusivo dei disabili) risultava avere le dimensioni di un parcheggio normale, data soprattutto l'assenza dello spazio zebrato previsto dalla normativa per uscire e salire dal mezzo con la carrozzina (sia dietro che di fianco all’auto).
In un primo momento il Museo ha contattato la Onlus #Vorreiprendereiltreno facendo un po’ di resistenza, ribadendo come “Il parcheggio fosse a norma” e specificando quanto il Mart fosse “probabilmente il museo italiano più attento alla parità e alla partecipazione delle persone con disabilità o malattia”. Dopo il sollecito dell’associazione, però, si sono resi conto dell’errore e in poco tempo il problema è stato risolto, ridisegnando gli stalli in questione e chiedendo scusa per l’inconveniente.
Se da un lato fa arrabbiare vedere come certi lavori debbano esser fatti più di una volta per poter essere corretti, dall'altro è molto apprezzabile il passo indietro e la richiesta di scuse da parte del Museo, ammettendo l'errore commesso. D'altra parte stiamo parlando comunque del Mart, un luogo che accoglie oltre tremila persone con disabilità ogni anno per le proprie attività o visite in autonomia, possibili grazie a video-guida in LIS o riproduzioni in rilievo dei loro capolavori (a breve anche una guida in CAA, Comunicazione Aumentativa).
“Abbiamo una persona e un budget dedicati esclusivamente a quelli che chiamiamo ‘Progetti speciali’. Ascoltare e relazionarsi con i disabili al Mart non è un’eccezione, è la prassi. Qui non si lavora alle pari opportunità solo il 3 dicembre ma lo si fa tutto l’anno.”