In questa campagna elettorale si parla di alleanze, di governi e governissimi. Ma si parla poco, quasi niente, di ius solis e diritto di cittadinanza. E si parla poco di razzismo, anche se ne respiriamo quasi tutti i giorni. Eppure lo ius solis era entrato con forza nel dibattito pubblico con la proposta di legge "L'Italia sono anch'io", addirittura con la presa di posizione del presidente della Repubblica, che si era dichiarato favorevole. Poi il niente. Certo, nel frattempo c'è stato il governo tecnico, ma il rischio, parlando di diritti, è che si pensi sempre che qualcosa venga prima, non riuscendo a cogliere l'intreccio fra cittadinanza ed economia, ad esempio. O fra dignità della persona e diritti salariali. O fra diritti umani e lavoro. Perché il riconoscimento dei diritti non rappresenta un'appendice da Bel Paese, ma la sua colonna vertebrale.
Per questo abbiamo deciso di seguire Pape Diaw, toscano doc e senegalese d'origine, in giro per il Veneto. L'abbiamo fatto per parlare di un mondo in evoluzione, anche se la campagna elettorale è girata da un'altra parte.