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“Il mondo ha bisogno di scienza e ragione”, ma le persone cercano risposte e speranza

“Il mondo ha bisogno di scienza e ragione” disse pochi giorni fa Umberto Veronesi. Ed è vero, il mondo ne ha disperatamente bisogno, ma ha altrettanto bisogno di umanità e risposte. Così come successo con l’imprevista elezione di Donald Trump che giornalisti ed esperti non hanno colto perché non hanno ascoltato i dubbi della pancia del Paese, allo stesso modo scienziati e dottori non riescono a dare risposte rassicuranti e umane ai pazienti malati, che chiedono semplicemente di non essere trattati da numeri ma da esseri umani e che finiscono per affidarsi ai ciarlatani perché quei ciarlatani danno loro ciò che chiedono: ascolto.
A cura di Charlotte Matteini
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Umberto Veronesi ci ha abbandonato in un momento in cui l'Italia ha disperatamente bisogno di razionalità e di scienza. Da qualche tempo a questa parte stanno sempre più prendendo piede teorie astruse che mettono in dubbio la validità di millenni di progresso scientifico in ogni campo. Dalle medicine alternative spacciate per la soluzione a tutti i mali dell'umanità fino alle bufale sui vaccini che, nonostante siano state ampiamente e più volte confutate e demolite da scienziati di chiara fama, ancora oggi hanno terreno fertile e appaiono quasi incontrastabili. Sembra davvero che scienza e medicina stiano ormai perdendo la propria attendibilità agli occhi del popolo, trattate al pari di stregonerie. Le persone stanno diventando sempre più diffidenti nei confronti di scienza e razionalismo, rifiutano le spiegazioni logiche e preferiscono rifugiarsi nelle comode bugie, bugie che però danno speranza. Perché accade? Una risposta univoca è difficile darla, ma probabilmente scienziati ed esperti non riescono a far breccia nei cuori dei cittadini perché ritenute distanti, delle èlite che disprezzano il popolo che non capisce, che si arrogano il diritto di calare la verità scientifica dall'alto senza porsi una domanda: ciò che diciamo, seppur corretto e comprovato, viene capito da chi cerca risposte? Perché molto probabilmente il problema è proprio questo: lo scollamento tra scienza e persona, prodotto non dal contenuto in sé, ma dall'approccio divulgativo degli esperti.

Potrebbe essere un paragone azzardato, questo stesso distacco è ben visibile oggi, giorno dell'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, contro ogni previsione e ogni sondaggio. Per mesi e mesi, analisti, giornalisti e sondaggisti vari hanno dato per scontata la vittoria di Hillary Clinton, spiegando a lettori ed elettori per quale motivo avrebbero dovuto scegliere la ex First Lady e rifiutando l'ipotesi Trump. E questa mattina, quando abbiamo iniziato a renderci conto che tutte le analisi, ipotesi e spiegazioni erano assolutamente sbagliate il risveglio è stato traumatico. E che cosa non ha funzionato? Come successo con la Brexit e con l'ascesa dei populismi in Europa, abbiamo commesso un grosso errore: abbiamo cercato di dire alle persone che cos'avrebbero dovuto fare, chi avrebbero dovuto votare, per quale motivo avrebbero dovuto scegliere Hillary Clinton senza però porci la domanda fondamentale: che cosa vuole davvero la gente? La risposta è semplice: essere ascoltata, trovare qualcuno che presti attenzione ai problemi posti, problemi molto pragmatici che vanno dalla perdita del lavoro, al bisogno di certezze e sicurezze che possano tranquillizzare chi vede in lontananza un futuro funereo e pensa di non aver più alcuna speranza. Ed è esattamente ciò che ha fatto Donald Trump, a differenza di analisti ed establishment democratico. Ed esattamente come la politica, anche la scienza non dà le risposte che le persone vorrebbero sentire e ignora i bisogni reali di queste persone, la necessità di certezze e sicurezza. Cercare di spiegare per quale motivo, nonostante la chemioterapia – a seconda del tipo di cancro da curare – può avere una percentuale di successo così come di insuccesso è difficile. Un malato, e la sua famiglia, comprensibilmente può sentirsi confuso e attaccato sentendosi snocciolare numeri e statistiche che non rispondono alle sue reali domande: starò male? E quanto? Proverò dolore? Soffrirò? E con il lavoro, come faccio ad andare avanti? Anche a queste domande un buon medico dovrebbe fornire risposte esaustive e rassicuranti. Umane.

"Andate avanti, perché il mondo ha bisogno di scienza e ragione", disse Veronesi durante il suo ultimo discorso pubblico, pochi giorni prima di morire. Ed è vero, il mondo ne ha disperatamente bisogno. Ma le persone hanno anche e soprattutto bisogno di risposte e rassicurazioni, di un rapporto meno freddo e distaccato e più sincero, appassionato e coinvolgente e di esperti che sì, certo, continuino a spiegare e sottolineare la differenza tra scienza e ragione, tra realtà e menzogna, tra medicina e stregoneria, ma che cerchino di capire le paure dei malati e li confortino, dedicando loro le attenzioni di cui necessitano. "I vari guaritori hanno successo con i malati e le loro famiglie perché dedicano molto tempo al dialogo", lo disse sempre lui, Umberto Veronesi, sottolineando proprio la necessità di un cambio di approccio. L'unico modo per contrastare la diffusione di bufale e psudoscienze è l'umanità, il dialogare con le persone, con la pancia del Paese, capirle e dimostrare loro che non sono solo dei numeri, ma degli esseri umani.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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