Il mistero di Orly, a un mese dalla morte ancora nessuna spiegazione: “Era un ragazzo solo”
Il ponte da cui si pensa si sia gettato Orlando Merenda, sulla ferrovia che porta dalla stazione Lingotto di Torino a Moncalieri, è ancora ricoperto di cartelli, foto e messaggi che i suoi amici hanno voluto legare alle balaustre. I fiori che avevano portato un mese fa sono ormai ingialliti e seccati dal sole accecante che batte le strade della città. Ufficialmente la Procura di Torino, che ha aperto un fascicolo sul caso di Orlando Merenda, non ha ancora formalizzato nessuna ipotesi sulla morte di Orlando, sono ancora in corso le indagini.
Alessandra, 17 anni, era una delle migliori amiche di Orlando, ha addirittura un tatuaggio con il suo nome sul tricipite destro: "Da tutte le informazioni che girano, le notizie – ci dice – mi sembra di non aver conosciuto la persona che viene descritta, mi sembra di non aver mai conosciuto Orly".
Flora Rattalino, titolare di un call center, aveva promesso a Orlando di assumerlo a settembre, quando sarebbe rientrato dalla Calabria. A Soverato vive Anna Crenci, sua madre, che è tornata in Calabria dopo la separazione dal padre. Orlando viveva in Piemonte con lui e con il fratello maggiore.
"Ho sentito personalmente – racconta l'amica Flora – che i suoi amici in piazza quando arrivava lo apostrofavano con ‘ricchione' e altri epiteti simili. Quando li ho ripresi per questo mi hanno detto che a Orlando piaceva. In realtà vi posso assicurare che non era così, lui ci stava male e lo doveva accettare pur di stare con loro. Se i suoi amici erano tutti così, allora mi viene da dire che Orlando era un ragazzo molto solo".
Letizia, 17 anni, era un'altra amica di Orlando: "A volte capitava che lo insultavano – racconta – ma lui la prendeva sul ridere, per scherzo. Mi rendo conto solo ora che forse non era del tutto così".
La madre di Orlando, Anna Crenci, parla di presunte pressioni che il figlio avrebbe subito a Torino: "Secondo me è stato spinto, era sotto stress – racconta – mi diceva che aveva un dolore nel petto, piangeva sempre. Purtroppo io ero qua e lui era là".
Di Orlando restano i sogni, come quello di diventare estetista e di vivere a Milano, il tatuaggio di Alessandra, un modo secondo lei per tenerlo sempre vicino, una panchina decorata con i colori dell'arcobaleno e i messaggi d'amore della sua numerosa famiglia di amici, in attesa che gli investigatori risolvano il mistero della sua fine.