Il mistero del volo MH370 scomparso nel nulla, la svolta che potrebbe rilanciare le ricerche
Cosa è successo al volo MH370 della Malaysian Airlines ma soprattutto dove sono finiti i resti dell’aereo con 239 persone a bordo partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino l’8 marzo 2014? Sono le domande su cui da anni ormai in tanti sbattono e alle quali forse potrebbero arrivare ora le prime risposte. Quasi otto anni dopo la sua scomparsa dell’aereo i cui resti non sono mai stati rinvenuti nonostante diversi anni di ricerche, gli investigatori australiani sulla sicurezza aerea infatti hanno lanciato un nuovo programma di revisione dei dati già raccolti dalle precedenti ricerche per stabilire se ci siano gli spiragli per una ulteriore campagna di ricerca in mare.
La scorsa settimana, infatti, l'Australian Transport Safety Bureau (ATSB) ha annunciato di aver richiesto una revisione dei dati raccolti durante le indagini del 2017 anche se non ha ancora raccomandato una nuova ricerca dell'aereo. "L'Australian Transport Safety Bureau non ha avuto un coinvolgimento formale in alcuna ricerca dell'aereo scomparso MH370 dalla conclusione della prima ricerca subacquea nel 2017", ha affermato in una nota, spiegando che ovviamente la decisione finale su una nuova ricerca spetta alle autorità politiche. L’apertura però non è di poco conto visto che fa seguito ed è collegata ad un altro annuncio, quello dell'ingegnere aerospaziale britannico Richard Godfrey, che afferma di aver localizzato il luogo dell'incidente dell'aereo utilizzando una tecnologia rivoluzionaria e individuano il punto di ricerca nell'Oceano Indiano, a circa duemila km a ovest di Perth con il relitto del volo volo MH370 che potrebbe giace a 4000 metri di profondità.
Come ha spiegato il capo commissario dell'ATSB, Angus Mitchell, il lavoro del signor Godfrey infatti è stato studiato attentamente e d ha portato alla decisione di rivedere dati già raccolti. La posizione individuata dal signor Godfrey non era nell'area di ricerca originale definita dall'Australian Transport Safety Bureau nel 2015, ma rientra nell'area di ricerca estesa della successiva ricerca. "Quando l'ATSB è stato informato del fatto che la zona indicata dal signor Godfrey comprende un'area oceanica esaminata durante la ricerca guidata dall'ATSB, per due diligence l'ATSB ha chiesto a Geoscience Australia di rivedere i dati in suo possesso dalla ricerca per convalidare nuovamente che nessun elemento di interesse è stati rilevato in quella zona” ha spiegato Mitchell. La revisione dei dati dovrebbe durare alcune settimane e portare a una relazione finale sulla quale si deciderà se avviare nuove ricerche.