Giulia Cecchettin è la 105esima donna uccisa nel 2023. La 82esima in ambito familiare. Un dramma in seguito al quale la famiglia di Giulia, col papà Gino e la sorella Elena, hanno chiesto di “far nascere qualcosa perché non accada più”, di “fare rumore” e di denunciare, sempre.
Se avete voglia di condividere le vostre testimonianze, Fanpage.it è aperto a voi. Scriveteci a segnalazioni@fanpage.it o cliccando qui. Se sei vittima di stalking o violenza chiama il numero 1522 – gratuito e attivo 24h su 24h. Pubblichiamo di seguito una delle tante testimonianze arrivate alla nostra redazione.
La lettera a Fanpage.it
"Ecco, quella è proprio il mio tipo, devi essere molto speciale se sono finito con te". Persi 10 kg nei due mesi successivi a questa frase. Mi sono sempre ritenuta una ragazza forte, solo dopo gli anni trascorsi con lui mi sono resa conto di quanto quella forza non esistesse, o di quanto sia riuscito a soffocarla.
Tredici anni di differenza, da subito una grande passione, mi sembrava incredibile stesse succedendo a me, che un uomo così interessante, maturo, intelligente e affascinante fosse interessato proprio a una ragazzina come me. Sì, perché sarebbe troppo bello se il "mostro" si riconoscesse sempre anche dall'aspetto e dai modi, purtroppo spesso non è così.
Il patriarcato non ha più l'aspetto del padre-padrone con la canottiera sporca di vino e le mani ruvide, non è il ragazzo difficile con problemi di droga e un'infanzia turbata ad ucciderci, questi vermi assumono qualsiasi sembianza, una faccetta pulita, colletto stirato e lauree sul curriculum o una barbetta incolta, sguardo dolce, appassionato di arte.
Sia ben chiaro: un passato difficile non è una giustificazione per nessun tipo di violenza. La mia è una storia di abusi psicologici da parte di un narcisista, egoista, megalomane, manipolatore. Negli anni è riuscito a farmi allontanare da chiunque, riusciva a farmi vedere solo i difetti delle persone che mi circondavano e riusciva ad amplificarli, a farmi odiare chi voleva solo il mio amore: tua sorella è pazza, tua madre ansiosa, tuo padre ignorante, tua nonna isterica. E ancora: le tue amiche troppo infantili, i tuoi colleghi troppo insistenti, i tuoi compagni troppo snob.
Doveva sentirsi venerato costantemente, e a volte il modo più semplice che aveva per farlo era demolire gli altri, farli sentire delle formiche per potersi sentire Dio; passavo le giornate in equilibrio su questo filo invisibile, dovevo ambire alla perfezione, alla sua perfezione altrimenti "guarda che sei ridicola", "guarda che la gente ti ride alle spalle" "non vali nulla", "solo stando con me forse la tua vita non sarà miserabile".
Era un continuo passare dalle stelle alle stalle, un giorno potevo essere la Presidente della Repubblica, il giorno dopo non avrei potuto competere neanche con un sasso. Poi sono arrivate le spinte, gli schiaffi, le strette sulle braccia, i capelli tirati, le urla.
E, paradossalmente, devo ringraziare le violenze fisiche subite per avermi fatto aprire gli occhi. Fino a quel momento non avevo capito nulla, non avevo capito che la violenza può assumere varie forme, che le parole annientano, distruggono, ti marcano a fuoco. Ne sono uscita stremata, sola, indifesa, insicura, ma almeno viva.
Mi sembra assurdo doverlo dire, leggere o sentire dalle tante testimonianze di donne come me, ma è purtroppo una realtà, quello che dovrebbe essere un nostro diritto fondamentale per molte di noi è "una fortuna". Siamo fortunate ad essere vive, a non essere la numero 106, 107, 108…Se ti riconosci nelle mie parole SCAPPA SORELLA MIA E DISTRUGGI TUTTO.