Il marito di Rosa Vespa è andato in clinica a Cosenza dopo il “finto” parto: lei ha mostrato un bimbo a caso
Si continua a indagare per capire tutti i dettagli sul rapimento della piccola Sofia alla clinica Sacro Cuore di Cosenza lo scorso 21 gennaio. Gli investigatori stanno analizzando i telefoni cellulari di Rosa Vespa e Omogo Chiediebere Moses per risalire ai nove mesi in cui la donna avrebbe simulato una gravidanza con tanto di un finto parto lo scorso 8 gennaio: lei resta indagata per sequestro di persona e si trova ora in carcere, lui è stato scarcerato perché ritenuto dal giudice per le indagini preliminari tra le persona ingannate dalla moglie ma comunque è iscritto nel registro degli indagati.
Acqua Moses ha sempre creduto alla moglie Rosa Vespa: il racconto
Durante l'interrogatorio davanti al gip, Omogo Chiediebere Moses ha detto di aver sempre creduto alla moglie: si indaga per capire infatti come sia possibile che in alcune foto si vede Rosa Vespa con il pancione e che alcuni parenti, tra cui il marito, hanno dichiarato di averla vista con il tiralatte dopo il "parto". Ai magistrati l'uomo avrebbe anche riferito che la moglie lo aveva tenuto fuori dalla clinica con la scusa del Covid: l'indagata infatti era riuscita con l'inganno a lasciar fuori il marito dalla clinica l'8 gennaio spiegando anche a lui e alla sua famiglia che il piccolo sarebbe stato sotto osservazione per i successivi giorni perché in clinica aveva contratto il Covid.
Rapimento Cosenza, le parole dell'avvocato di Acqua Moses
Come spiega a Fanpage.it l'avvocato dell'uomo Gianluca Garritano, Moses durante l'interrogatorio ha raccontato di aver insistito con la moglie di vedere il piccolo anche se da lontano. Quindi circa sei giorni dopo il finto parto la coppia era entrata nella struttura sanitaria e la donna gli aveva mostrato un bambino da dietro un vetro facendogli credere che fosse il loro. Sarebbe stata quella l'unica volta che il marito è entrato nella clinica: durante le visite mediche di controllo nell'arco dei nove mesi, Rosa Vespa infatti avrebbe convinto sempre i suoi accompagnatori a restare in macchina. La donna invece dopo l'8 gennaio sarebbe entrata in clinica con una media di due volte al giorno. A Fanpage.it dalla clinica spiegano che questi ingressi avvenivano solo in orario di visite, ma verranno fatti tutti gli accertamenti a riguardo.
Dal giorno dell'arresto Omogo Chiediebere Moses non ha ancora avuto modo di vedere sua moglie in carcere. Oggi però l'uomo ha ripreso a lavorare, ma il suo cellulare resta comunque sotto sequestro. Resta invece in carcere Rosa Vespa che ha già avuto un primo incontro con un medico. La sua avvocata Teresa Gallucci sta valutando se chiedere o meno una perizia psichiatrica.