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“Il manuale del perfetto sciacallo” in scena a Bruxelles

Nemmeno il tempo di trarre in salvo i feriti e contare le vittime degli attentati di Bruxelles, che il grande circo mediatico-politico è già partito, mostrando il lato peggiore di sé. Nessun rispetto per le vittime e i loro famigliari, la priorità ora non è l’analisi dei fatti, ma propagandare i propri ideali e cercare di raccattare più voti possibili, sulla scia del terrore.
A cura di Charlotte Matteini
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Nel manuale del perfetto sciacallo, l'attentato diventa l'occasione perfetta per costruire una perfetta campagna elettorale last minute. Poca spesa, massima resa. L'attentato diventa l'occasione perfetta per rastrellare più consenso possibile sulla scia del terrore. Anche stamattina, abbiamo assistito alle scene che andarono in onda nell'immediato post-Parigi, identico. Nemmeno il tempo di trarre in salvo i feriti e contare le vittime degli attentati, che il grande circo mediatico-politico è già partito, mostrando il lato peggiore di sé. Esattamente come successe solo pochi mesi fa, dopo i fatti di Parigi del 13 novembre scorso, ma anche dopo gli attentati a Charlie Hebdo del gennaio 2015, i politici nostrani non hanno atteso nemmeno che i corpi delle vittime si raffreddassero, che delle informazioni verificate venissero diramate dalle autorità competenti, che già erano in grado di fornire un'analisi completa dei fatti appena accaduti, condita da sterili polemiche che nulla c'entrano con la circostanza commentata, ma tutto con la solita retorica della propaganda politica. Attentati drammatici strumentalizzati come fossero megafoni utili a diffondere messaggi politici pre-confezionati. La sensazione è che ogni attentato sembra quasi serva a fornire a politici e commentatori nostrani uno strumento di propaganda a costo zero.

Le dichiarazioni non si sprecano: "Tutta colpa vostra!" oppure "Avete visto cos'è successo? Avevamo ragione noi!". L'analisi dei fatti e il rispetto per le vittime passano in secondo piano, quel che prende il sopravvento é la voglia di aizzare lo scontro tra fazioni e tra ideologie contrapposte.  Quel che percepisco, leggendo i vari commenti sui social e sui giornali, é che ci sia elevato numero si persone che sotto sotto dagli attacchi di stamane pensa di poter trarre un profitto elettorale e di conseguenza agisce, azionando subito quella macchina di propaganda elettorale che renderebbe orgoglioso perfino un tipo come Goebbels, probabilmente.

La razionalità viene sacrificata, la leva del settore e della paura vengono sapientemente azionate e manovrate, l'unica cosa che importa a molti in queste ore è mostrare al mondo intero di essere sempre stato dalla parte della ragione, denigrando chi invece cerca di analizzare i fatti, cercando di fornire soluzioni che non facciano di tutta l'erba un fascio e non si riducano al mero "bruciamoli tutti, sono tutti uguali", cercando che paura, sconforto e rabbia non prendano il sopravvento sulla razionalità.

Un esempio su tutti: su Twitter l'hashtag #stopislam è finito in seconda posizione nei trending topic italiani oggi pomeriggio. I commenti non sono esattamente edificanti, anzi definirli agghiaccianti è forse un complimento.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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