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Benedetto XVI, il Papa emerito è morto a 95 anni

Il libro di padre Georg non è contro Bergoglio: racconta il rispetto e l’affetto tra i due Papi

“Nient’altro che la verità” non è affatto un libro contro Francesco, ma un testo che racconta la devozione reciproca tra il Papa emerito e il Papa regnante.
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Tanto rumore per nulla, avrebbe detto William Shakespeare. Per giorni i media di mezzo mondo hanno raccontato del livore di Georg Ganswein contro Francesco – i due si sono incontrati poco dopo il funerale di Ratzinger e di quell'incontro non si è saputo niente – e che il libro “Nient’altro che la verità”, che porta la firma del monsignore tedesco ma è stato scritto dal giornalista Saverio Gaeta, sarebbe stato un atto d’accusa contro il pontefice regnante.

Nulla di tutto questo. Alcuni spunti critici sono racchiusi in un numero limitato di pagine, quelle che sono state già ampiamente presentate alla stampa: il pezzo in cui Ganswein (che secondo indiscrezioni lascerà presto il monastero Mater Ecclesiae) racconta del dispiacere di Benedetto per i passi indietro di Francesco sul riconoscimento delle liturgie in latino e il paragrafo in cui Ganswein racconta il suo allontanamento forzato dalla gestione della Casa Pontificia.

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Poche pagine in un libro in cui traspare, invece, grande rispetto e devozione da parte di Ganswein per Francesco e il racconto di come Francesco avesse molto a cuore Benedetto: il monsignore racconta come, avvisato immediatamente, Jorge Bergoglio sia arrivato tra i primi per pregare sulla salma del suo predecessore, appena dieci minuti dopo la sua morte.

“Nient’altro che la verità” è, quindi, non il racconto di uno scontro latente tra progressisti e conservatori nella chiesa, ma di un rapporto di devozione reciproca tra un Papa emerito e un Papa regnante.

Ganswein, ad esempio, svela quali siano state le prime parole pronunciate da Benedetto a Francesco dopo l’elezione di quest’ultimo al soglio pontificio. Francesco, appena scelto dai cardinali, cercò subito a telefono Benedetto, con scarsa fortuna.

Quando riuscì a parlargli, Benedetto gli disse subito: “La ringrazio, Santo Padre, perché ha pensato a me. Io le prometto fin da subito la mia obbedienza. Io prometto la mia preghiera per lei!”, segno inequivocabile del fatto che, fin dal primissimo momento, Benedetto aveva riconosciuto al suo successore il pieno potere di guidare la Chiesa cattolica.

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Francesco, quindi, ha sempre mostrato un sentimento di rispetto e amicizia per Benedetto. È noto che il 28 settembre 2014, dal sagrato di San Pietro, in occasione della Giornata per la terza età, Francesco disse che vivere vicino a Benedetto voleva dire “avere il nonno saggio a casa” e ora Ganswein svela la reazione di Benedetto, che fu ironica. “Mah, in fondo abbiamo soltanto nove anni di differenza. Forse era più corretto definirmi fratello maggiore”, scherzò il Papa emerito.

Lo stesso Ganswein chiarisce di non voler ottenere alcun vantaggio personale dal suo racconto. Ricopiando una sua stessa dichiarazione del 2016 nel libro, ricorda di aver già detto che “in qualche modo si è riusciti a marchiarmi pubblicamente come quello molto a destra o ‘falco', senza mai citare esempi concreti al riguardo. Lo confermo. Oggi e anche in futuro. Non ho fatto e non faccio piani di carriera”.

Una frase che, da sola, potrebbe bastare a tacitare quanti, in queste ore, stanno provando a farne il portabandiera conservatore di una presunta fronda contro Francesco.

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Classe 1979, giornalista, esperto in comunicazione istituzionale e sociale. Nel 2012 ha vinto il Premio Adone Zoli per i suoi studi storici e politici. Per Fanpage si occupa soprattutto di questioni religiose e riguardanti la Chiesa cattolica, ma non solo...
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