video suggerito
video suggerito
Omicidio Giulia Cecchettin

Il legale di Turetta: “Ha preso atto della sentenza, la crudeltà non dipende dal numero di coltellate”

“Ho parlato con Filippo, ha preso atto della decisione della Corte d’Assise”. Lo ha detto Giovanni Caruso, il legale di Filippo Turetta, dopo la sentenza che ha condannato all’ergastolo il ragazzo per il femminicidio di Giulia Cecchettin. “Leggeremo le motivazioni. Le aggravanti potrebbero essere riconosciute in appello. Faremo una valutazione”, ha aggiunto l’avvocato.
A cura di Eleonora Panseri
492 CONDIVISIONI
Filippo Turetta insieme al suo legale, Giovanni Caruso.
Filippo Turetta insieme al suo legale, Giovanni Caruso.
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

"Ho parlato con Filippo e gli ho spiegato il senso della sentenza. Lui ha compreso che si tratta della pena massima, che in un certo senso ci potevamo anche aspettare, ma ha anche capito che sono cadute due aggravanti. Non ha avuto reazioni particolari, ha preso atto della decisione della Corte d’Assise".

Lo ha detto al Corriere della Sera Giovanni Caruso, l'avvocato difensore di Filippo Turetta, dopo la sentenza che ha condannato all'ergastolo il ragazzo, reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin. La 22enne venne uccisa l'11 novembre 2023.

È stato inoltre deciso che il ragazzo risarcisca con una provvisionale di 500mila euro Gino Cecchettin, padre della vittima. Sono stati anche riconosciuti risarcimenti provvisionali di 100mila euro anche per la sorella Elena, 100mila per il fratello Davide, 30mila per la nonna Carla Gatto e 30mila per lo zio Alessio.

"In questa sentenza non voglio parlare di vittorie o sconfitte. Di certo però non è stata accolta in toto la richiesta della Procura, come qualcuno potrebbe dire. Sono state riconosciute fondate alcune delle deduzioni difensive", ha aggiunto il legale commentando la decisione dei giudici di non riconoscere le aggravanti della crudeltà e dello stalking. 

"Io ho spiegato nella mia arringa che la crudeltà nel gergo comune non è la stessa di un processo penale. Il numero di coltellate non è indicativo della crudeltà. Quanto allo stalking, Giulia non aveva paura di Filippo", ha spiegato ancora l'avvocato Caruso. La Corte ha invece stabilità che ci fosse la premeditazione, per questo ha deciso di condannare l'imputato all'ergastolo.

"Mi illudo di aver svolto il mio ruolo in modo adeguato e che la sentenza sia autorevole sia laddove ha previsto la condanna all’ergastolo, sia laddove ha accolto le nostre tesi sull’insussistenza di due aggravanti importanti – ha commentato ancora il legale – Leggeremo le motivazioni. Potrebbero essere riconosciute in appello, lo dico in astratto: faremo una valutazione".

492 CONDIVISIONI
340 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views