Il lavoratore troppo lento può essere licenziato
Un operaio troppo lento può essere licenziato. In sostanza è quanto ha stabilito una recente sentenza della Corte di Cassazione, come spiega il quotidiano online Diritto e Giustizia edito da Giuffré Francis Lefebvre. La sentenza si riferisce al caso che vede come protagonista il dipendente di un'azienda operativa nel settore delle energie alternative e che è stato licenziato per aver impiegato un tempo eccessivo in fase di lavorazione. Secondo i giudici della Cassazione, che ha respinto le obiezioni al provvedimento disciplinare, il licenziamento sarebbe legittittimo. Il lavoratore è finito nel mirino "per avere impiegato più di tre ore e mezza di tempo per eseguire una lavorazione che, secondo l’azienda, un operaio con esperienza analoga avrebbe eseguito in poco più di mezz’ora", spiega Diritto e Giustizia. Inoltre, il dipendente licenziato aveva altri tre precedenti sanzioni disciplinari a suo carico e dunque per l'azienda il licenziamento era la conseguenza più logica. Il licenziamento viene confermato dal Tribunale prima e dalla Corte d'Appello successivamente perché era chiara la recidiva e la voluta negligenza nella lentezza nell’esecuzione del lavoro".
Il legale del lavoratore a questo punto propone ricorso per Cassazione ma la Suprema Corte ha confermato l'orientamento delle due precedenti sentenze proprio alla luce delle precedenti contestazioni subite dal lavoratore, e ha respinto l’ipotesi che vi sia stato un "controllo eccessivo da parte della società". Su quest’ultimo fronte, in particolare, i giudici ribadiscono che è legittima "l’installazione di impianti ed apparecchiature di controllo poste per esigenze organizzative e produttive o a tutela del patrimonio aziendale e da cui non derivi anche la possibilità di controllo a distanza dell’attività lavorativa né risulti in alcun modo compromessa la dignità e la riservatezza dei lavoratori".