Il killer delle mani mozzate rinviato a giudizio: “Ha bruciato viva la moglie”
Giuseppe Piccolomo, il ‘killer delle mani mozzate', potrebbe essere rinviato a giudizio per l'omicidio della prima moglie, Marisa Maldera, morta carbonizzata nella sua auto il 20 febbraio del 2003. Piccolomo sconta già una condanna all'ergastolo per il brutale omicidio della pensionata Carla Molinari, alla quale vennero tagliate le mani, il 5 novembre del 2009, a Cocquio Trevisago nel Varesotto. Dopo due inchieste archiviate, la terza, aperta due anni fa dal Pm Carmen Manfredda, ha visto ora la notifica della chiusura delle indagini.
Arsa viva: l'omicidio di Marisa Maldera
L'ipotesi è che Piccolomo potrebbe aver simulato un incidente. Uscito con la moglie in auto, l'uomo l'avrebbe sedata e poi l'avrebbe arsa viva dando fuoco alla vettura con una tanica di benzina. Il movente sarebbe da ricercare nella nuova relazione dell'uomo con una giovane lavapiatti del suo ristorante. Rimasto vedovo – sempre secondo le ipotesi investigative – Piccolomo avrebbe potuto incassare la polizza sulla vita e sposare la giovane, che ora è la seconda moglie del 65enne e madre di altri due figli. Un esperimento forense, inoltre, dimostrerebbe che la versione fornita dal Piccolomo non è attendibile. Il 65enne ha riferito di trovarsi in auto con la moglie quando la donna avrebbe distrattamente lasciato cadere una sigaretta accesa nell'auto che trasportava una tanica di benzina. Secondo il suo racconto – confutato dall'esperimento – l'uomo sarebbe uscito dall'auto in fiamme appena in tempo per salvarsi. "Non ci ho mai creduto, noi sorelle non ci abbiamo mai creduto – dice oggi la figlia Nunzia – Io so bene cosa accadeva in casa nei tre mesi precedenti, sono stata la prima ad accorgermi che mio padre si era invaghito della lavapiatti del nostro ristorante, e lo dissi anche a mia madre, ma lei all'inizio lo difendeva addirittura".
Carla Molinari, l'omicidio della mani mozzate
Nel 2011, Piccolomo è stato condannato al carcere a vita con l'accusa di omicidio e vilipendio di cadavere per la morte della pensionata Carla Molinari, barbaramente assassinata il 5 novembre del 2009, a Cocquio Trevisago, nel Varesotto. Al corpo della povera vittima furono mozzate entrambe le mani. Il suo cadavere orribilmente mutilato fu ritrovato nella camera in fondo a sinistra del corridoio nella sua abitazione. La donna era stata colpita con 23 coltellate all'addome e un ultimo fendente alla gola che la colpì con tale violenza da decapitarla. Poi le mani le furono amputate con un coltello da disosso. Il movente dell'assassinio dell'anziana Carla Molinari resta tuttora un mistero così come il motivo per cui furono portate via dalle scene le due mani orribilmente tranciate. Non è escluso che lo scopo del taglio degli arti fosse quello di occultare eventuali tracce biologiche nelle unghie della vittima.