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Il Guardian parla dell’Italia. Ecco le sei cose che non vanno

Il quotidiano britannico dedica un lungo dossier alla situazione italiana, individuando sei problemi prioritari: l’economia stagnante, la corruzione, la criminalità organizzata, l’apatia politica, la misoginia e la disoccupazione giovanile.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo il poco lusinghiero reportage del quotidiano francese Liberation, oggi a dedicare attenzione all'Italia è il britannico The Guardian, che dedica al nostro paese nientemeno che l'apertura del sito, individuando le sei problematiche più stringenti e urgenti da risolvere: l'economia stagnante, la corruzione, la criminalità organizzata, l'apatia politica, la misoginia e la disoccupazione giovanile. "Il prossimo presidente del consiglio italiano – si legge – avrà un'impressionante mole di lavoro. Abbiamo individuato i sei problemi per noi principali, ma se ritenete che vadano fatte correzioni o aggiunte segnalatecelo: raccoglieremo le migliori proposte in un post domani".

Per quanto riguarda l'economia, secondo il Guardian "gli effetti delle politiche di austerità si sono fatti sentire. Il paese è nella peggiore recessione degli ultimi 20 anni, la crescita è praticamente ferma da un decennio e la disoccupazione è vicina all'11% (quella giovanile al 36%). L'Italia ha il più alto rapporto debito-pil dell'Unione Europea". Il quotidiano ha tuttavia un giudizio positivo dell'esperienza del governo di Mario Monti, che ha arginato lo spettro (scrive proprio così) di Silvio Berlusconi e attuato delle riforme, come la riforma delle pensioni o del mercato del lavoro, che secondo il Fmi potrebbero aumentare il Prodotto interno lordo.

La seconda nota dolente è quella sulle donne, "scese in piazza a centinaia di migliaia per protestare contro i Bunga Bunga del Presidente Berlusconi, subiscono un atteggiamento radicato nella cultura italiana che le porta ad essere poco rappresentate. A parità di competenze, le donne italiane hanno molte meno probabilità rispetto agli uomini di trovare un lavoro retribuito". Tra le economie avanzate, infatti, solo Grecia, Messico e Turchia hanno una situazione peggiore di quella italiana. "E' un paese – scrive il Guardian – in cui si ritiene che le donne debbano rispettare il loro ruolo tradizionale, come la cura della casa e della famiglia". Secondo il Guardian, dunque, le coalizioni di sinistra e centrosinistra sono quelle che tenteranno di far fronte meglio a questa problematica, candidando un più alto numero di donne.

Non meno importante è, secondo il quotidiano britannico, una riforma del sistema giudiziario, oggi molto lento e inefficace, appesantito da un eccesso di processi: "Ci sono – si legge nel dossier – più di 2,8 milioni di cause intentate nel solo 2011. In totale sono appesi a un filo 5,5 milioni di processi civili e 3,4 penali, con tempi che vanno dai 5 agli 8 anni per arrivare a una sentenza, senza considerare i ricorsi". naturalmente non è sfuggita la situazione carceraria, con il drammatico sovraffollamento.

Ma se c'è un settore in Italia che non ha risentito della crisi economica è quello della criminalità organizzata. "Con tre organizzazioni come ‘ndranghera, camorra e mafia siciliana il Paese rimane il cuore delle attività illecite. Sono ormai lontani i giorni in cui si concentravano solo al sud della penisola. La ‘ndrangheta, ad esempio, ha il suo centro in calabria ma domina il mercato europeo della cocaina, mentre la mafia è subentrata negli appalti dell'Expo di Milano. Di fatto i settori di interesse delle organizzazioni criminali non sono più solo droga e prostituzione, ma anche trasporti e sanità.

Non poteva mancare una forte critica al sistema politico. "L'Italia – scrive il Guardian – ha avuto più elezioni di qualsiasi altra grande potenza europea e solo un governo, dal 1945 ad oggi, è durato l'intero mandato di 5 anni. E la situazione non migliorerà probabilmente con le prossime elezioni". Per finire la nota dolente della spaccatura tra nord e sud del Paese: "Purtroppo – riporta il Guardian – tutti e tre i governi Berlusconi sono stati fortemente influenzati dal ruolo della Lega, la cui unica ragion d'essere è il federalismo".

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