"Dai bambini è nato un vero gesto di amore", a parlare è il professor Giueppe Aleci che ha collaborato con alunni della primaria del plesso “Borgonuovo” dell’Istituto Comprensivo Biella 3, realizzando un guanto innovativo in grado di migliorare la vita delle persone con disabilità verbale ad un costo irrisorio.
Sappiamo tutti, infatti, quanto gli strumenti per rendere i disabili più liberi e autonomi siano sempre più costosi e quindi proibitivi, dal momento che non sempre l’ASL o chi di dovere riesce a fornirli gratuitamente. Ecco allora che progetti come questo riescono veramente a ridare speranza, in un momento dove gli aiuti dello Stato sono sempre più insufficienti. E se pensiamo che il tutto è stato possibile grazie a quarantasei bambini, il tutto diventa ancora più emozionante!
Abbiamo quindi intervistato l’insegnante Mariella Attanasio per capire come sia nata l’idea di questo progetto e quali siano i benefici che uno strumento apparentemente semplice come il loro riesce ad apportare.
Come è nata l’idea di questo progetto inclusivo?
"I bambini delle classe terza A e terza B sono da sempre interessati a qualunque attività proposta, e così le loro famiglie. Tra i genitori c'è un papà che insegna informatica all'IIS ‘Gae Aulenti' di Biella che, conoscendo la sensibilità dei nostri bimbi, ci ha proposto di collaborare in un progetto già avviato per i ragazzi con disabilità della ‘Domus Laetitiae', una cooperativa sociale della nostra città. I nostri alunni si sono entusiasmati e così ci siamo messi a lavoro."
In cosa consiste questo progetto?
"I ragazzi del ‘Gae Aulenti', con il professor Giuseppe Aleci, hanno progettato un ‘guanto parlante' con Microbit al costo irrisorio di circa quattordici euro, sul quale sono stati caricati i disegni dei nostri alunni rappresentando i bisogni primari (fame, sete, bisogni fisiologici, sonno…) e sono stati registrati, con la sintesi vocale, i relativi messaggi da comunicare (‘ho fame', ‘ho sete'…). Così, ad un preciso movimento della mano con il guanto è stato fatto corrispondere un disegno che, visualizzato sul monitor, esprime la specifica richiesta."
Qual è stata la reazione di chi ha provato il guanto?
"Il guanto è stato già consegnato alla ‘Domus Letitiae’ e Antonello, un ospite dell’Istituto, è rimasto felicissimo: finalmente ha potuto esprimere i suoi pensieri! Per questo, sull’onda del suo e del nostro entusiasmo, abbiamo iniziato una nuova collaborazione, sempre con Microbit: un pigiamino che abbiamo donato ad una bimba dello stesso Istituto che non può assolutamente fare movimenti bruschi o improvvisi."
Quale messaggio volete lanciare con queste vostre creazioni?
"Vogliamo far capire che con idee semplici e poco costose come le nostre è possibile comunque aiutare chi ha bisogno. Non sappiamo cosa ne sarà del nostro progetto, noi abbiamo lavorato con la semplicità e l'innocenza insita nei bambini di otto anni, il resto si vedrà!"
Pensate che il guanto possa essere commercializzato per renderlo accessibile ad altri in futuro?
"Per quanto riguarda la commercializzazione del prodotto, noi siamo una scuola pubblica e abitualmente non ci occupiamo di questo. Possiamo pensare ad un progetto e ad una collaborazione condivisa con il professore che ci ha guidati, magari insieme a degli sponsor interessati alle nostre idee."
Ci sarebbero già nuove idee in cantiere per il futuro?
"Per il futuro, se il professor Aleci ci vorrà coinvolgere in altre sue idee, noi saremo lieti di collaborare. Questi progetti sono stati realizzati perché il destino ha fatto incontrare persone molto diverse tra loro: un informatico, un team di insegnanti curiose e soprattutto dei bambini meravigliosi che hanno capito l'importanza e la gioia di regalare un sorriso. Per il nostro Istituto è essenziale includere gli alunni con disabilità e, soprattutto, far comprendere a chi non è disabile l'importanza e il valore dell’inclusione."
Basta quindi un gesto ed un PC collegato al "guanto parlante" per esprimere bisogni ma anche emozioni. Nello specifico, il professor Aleci stesso ha dichiarato di aver realizzato questo guanto per stimolare quel senso di educazione civica e di altruismo che già è presente nei bambini, ma anche per dimostrare come ormai la tecnologia sia tale da permettere anche a dei piccoli di otto anni di realizzare strumenti utili per il miglioramento della condizione umana. "Questa è la nuova generazione, questi bambini sono la dimostrazione che il futuro può essere roseo."