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Il governo taglia 400 milioni alla ricerca. Esplode la protesta dell’università

L’esecutivo Renzi taglia 400 milioni alla ricerca per realizzare la riforma scolastica. Esplode la protesta del Coordinamento Universitario: “ll governo fa il gioco delle tre carte con il futuro degli studenti”.
A cura di An. Mar.
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Manca poco per conoscere il nuovo piano universitario messo a punto dal ministro dell'Istruzione Giannini, approvato ad ottobre, ma le bozze che circolano stanno facendo già molto discutere sindacati e unione studenti, in agitazione per i drastici cambiamenti apportati dal decreto. Si parla infatti di: tagli alla ricerca, inasprimento dei criteri di merito e del criterio anagrafico per le borse di studio. All'origine della politica tutt'altro che nuova dei tagli a spese di università e ricerca c'è, paradossalmente, la riforma della scuola. Per la riforma del sistema scolastico infatti era stato annunciato dall'esecutivo Renzi un finanziamento di tre miliardi – dei quali uno sarebbe servito a dare lavoro a 148 mila insegnanti precari – calcolando il contributo dell'Europa che però, a conti fatti, non ci sarà. Venti miliardi, tuttavia, si sarebbero dovuti trovare nella legge di stabilità. A quel punto si è deciso di tassare del 3% ciascun ministero, nello spirito della spending review necessaria per varare la riforma. Per il ministero dell'Istruzione si è trattato di un miliardo e mezzo, parte del quale si recupererà sottraendo alla ricerca 400 milioni.

Il coordinamento universitario: "Basta giocare col futuro degli studenti"

Nonostante il ministro Giannini neghi che le bozze circolanti siano definitive ammette, però, che nel campo della ricerca si può "ancora agire su costi intermedi". Alla notizia dei tagli, Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link-Coordinamento Universitario, dichiara: “Pensare di cambiare il sistema formativo italiano continuando a togliere risorse economiche, rappresenta lo svelamento degli slogan del Presidente Renzi. Tagliare 400 milioni sulla ricerca non è la strategia politica di chi vuole investire sull’innovazione e sul futuro della nostra generazione – continua – Non  si possono portare avanti le politiche governative perpetuando una  guerra tra poveri, tra due istituzioni già toccate da numerosi tagli negli anni scorsi. Il rischio, sempre meno incerto, è quello di  provocare numerose difficoltà sul fronte universitario, a partire dal  dimezzamento degli enti di ricerca, fino ad arrivare alla chiusura di  diversi Atenei, che vivono già di grosse sofferenze economiche". Conclude infine il portavoce degli studenti: " Il Presidente Renzi e la Ministra Giannini fanno il gioco delle tre carte con il futuro degli studenti e dell'Università italiana".

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