“Il Governo italiano ha abbandonato i nostri figli a Gaza”. La lettera dei palestinesi a Mattarella
Era il mese di febbraio quando centinaia di palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza arrivarono in Italia grazie a una serie di corridoi sanitari organizzati dal Ministero degli Esteri con la collaborazione della Comunità di Sant'Egidio. L'arrivo di quei profughi a bordo di aerei e navi italiane venne rivendicato dal capo della Farnesina Antonio Tajani che, in una nota, riaffermò il ruolo di "portatrice di pace in Medio Oriente dell'Italia". "Vedere i sorrisi dei bambini, alcuni dei quali estratti dalle macerie, mentre stanno con le loro madri o abbracciano i nostri marinai è un segnale di speranza. Vogliamo ospitare altri bambini palestinesi", disse il vice presidente del Consiglio.
A quasi nove mesi di distanza da quell'annuncio, però, le famiglie palestinesi arrivate in Italia attendono ancora di potersi ricongiungere con i loro familiari, alcuni dei quali minori, ancora bloccati nella Striscia di Gaza e recentemente feriti dai raid israeliani. Si tratta di persone che hanno ricevuto a maggio i nulla osta per raggiungere il nostro Paese, ma che sono ancora "intrappolati" nell'enclave palestinese. Per questa ragione nei giorni scorsi alcuni genitori di quei bambini hanno deciso di rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché si attivi per sbloccare una situazione diventata ormai insostenibile.
La lettera al Presidente Sergio Mattarella
"Siamo Suha, Yasmin, Heba, Maram, Enaam e Haytham – scrivono – genitori delle bambine e dei bambini che sono arrivati in Italia a febbraio 2024 con un corridoio sanitario da Gaza, organizzato dal Ministero degli Esteri italiano. I nostri figli sono stati curati presso l’ospedale Meyer di Firenze, chi per patologie congenite, chi per malattie sviluppate a causa delle gravi condizioni socio sanitarie a Gaza e chi, invece, per le ferite provocate dai bombardamenti". A settembre tutti i 62 bambini hanno iniziato la scuola in Italia "e sono molto felici di poter continuare gli studi qui, lontani dalla paura della guerra e in un contesto di serenità".
Alcuni di quei profughi di guerra palestinesi in questi mesi hanno ottenuto lo status di rifugiati e sono stati inseriti nel sistema d'accoglienza italiano mentre altri sono ancora in attesa che si concluda l'iter per la richiesta di asilo. Tutti loro, comunque, hanno già fatto richiesta di ricongiungimento familiare con parenti rimasti nella Striscia di Gaza.
"I nostri cari non possono recarsi presso l’Ambasciata italiana al Cairo"
"Lì sono rimasti altri figli, i nostri coniugi e i nostri genitori", continua la lettera al Capo dello Stato. "La Prefettura di Firenze ci ha rilasciato, a maggio 2024, i nulla osta al ricongiungimento familiare per i nostri cari, ma loro non possono recarsi presso l’Ambasciata italiana al Cairo, in Egitto, per richiedere il visto per motivi familiari a cui avrebbero diritto. Nei prossimi mesi i nostri nulla osta scadranno e con loro, anche la nostra speranza di aver vicino i nostri familiari, perdurando così il rischio continuo e costante che possano essere colpiti in modo irrimediabile dai missili o dalle bombe che continuano a cadere sul suolo devastato di Gaza".
"Spettabile Presidente – aggiungono i sei firmatari – viviamo quotidianamente nell’angoscia di saperli feriti, affamati, senza un luogo dove potersi riparare e senza alcun accesso alle cure necessarie. Noi, che ci sentiamo al sicuro qui, ascoltiamo ogni giorno il dramma che si sta consumando lì e viviamo in una condizione di angoscia, difficile da sopportare: quella dei sopravvissuti. Abbiamo più volte chiesto aiuto alla Farnesina, inviando l’elenco dei nostri familiari con i nulla osta del Ministero dell’Interno, ma ad oggi non abbiamo ancora avuto risposta".
"Ci aiuti a far arrivare in Italia i nostri mariti, mogli e figli"
Nella lettera Suha, Yasmin, Heba, Maram, Enaam e Haytham chiedono al presidente Mattarella "aiuto per fare arrivare in Italia i nostri mariti/moglie e i nostri figli, tra cui uno che ha solo un anno e mezzo, un’altra di 4 anni di età, tutti da quasi 10 mesi senza di noi in un Paese dove i bombardamenti sono incessanti e non esiste più un posto sicuro dove ripararsi".
I bombardamenti dello stato ebraico hanno già ferito gravemente alcuni dei familiari dei palestinesi arrivati in Italia. "Nel luglio del 2024, Adam, il figlio di Haytham, quello di soltanto un anno e mezzo, è stato ferito alla testa da una bomba e l’esplosione gli ha causato la frattura del cranio e un’emorragia celebrale. Da allora soffre di violente convulsioni che non possono essere curate dai farmaci ancora disponibili a Gaza: pochi giorni fa, il bimbo ha avuto una violenta crisi epilettica che gli ha causato una grave lacerazione della lingua. Adam è lì con sua madre e con i suoi due fratellini, mentre qui in Italia c’è suo padre e il piccolo Mohammed, che ha dovuto subire diversi interventi chirurgici al Meyer dopo essere stato colpito da una bomba a Deir al Ballah, nel centro della Striscia di Gaza".
Non solo: il 10 ottobre anche una bambina di 4 anni "è stata ferita alla testa. Presidente, come madre non posso dormire la notte al pensiero che le mie figlie possano essere morire o essere ferite. Non c’è posto sicuro nella Striscia di Gaza, questa è la dimostrazione che le nostre famiglie non sono al sicuro e sono in grave pericolo. Spettabile Presidente, noi non vogliamo che gli altri nostri familiari possano rimanere feriti come è già successo ad Adam e abbiamo tanta paura di perdere i nostri figli, mariti, moglie; non siamo in grado di sopportare anche questo dolore. L’Italia è un Paese meraviglioso che ci ha dimostrato tanta accoglienza e per questo motivo Le chiediamo, dal profondo del nostro cuore, di aiutarci a fare arrivare qui i nostri bambini e coniugi, per poter vivere in questa terra, in pace".
L'interrogazione al Ministro Tajani di Laura Boldrini
La lettera è stata consegnata al Capo dello Stato il 12 ottobre mentre mercoledì scorso, 23 ottobre, l'ex Presidente della Camera e attuale deputata del Partito Democratico ha depositato un'interrogazione alla Commissione Esteri rivolta al ministro Antonio Tajani chiedendo come intenda, il capo della Farnesina, "fare pressione sul governo israeliano affinché consenta alle persone che hanno già ricevuto il nulla osta per il ricongiungimento familiare di uscire da Gaza e recarsi presso l’Ambasciata italiana al Cairo per ottenere il visto per motivi familiari".