C'è una foto che circola in rete, una foto semplice, scattata in uno dei tanti momenti di disagio, neve, salvataggi e paura di questi giorni. Arriva da Valle Castellana, piccolo borgo in provincia di Teramo dov'è alcune famiglie sono rimaste intrappolate a causa delle forti nevicate di questi giorni. Rachele ha cinque anni. Con la sua famiglia é rimasta bloccata per sei giorni, in attesa dei soccorsi, fino all'arrivo di un militare dell'esercito. L'elicottero è atterrato a due chilometri dalla caserma dei carabinieri dove i 160 abitanti hanno trovato riparo, acqua calda e energia elettrica. Due chilometri in mezzo alla neve che la piccola avrebbe percorso con difficoltà.
Per questo il militare Mattia Popesso, mimetica e sci ai piedi, ha preso Rachele per mano e ha deciso di caricarsela in spalla. Lui altissimo e barbuto e lei come un fagotto abbarbicata al suo collo, a quasi due metri da terra. Quando la madre scatta la foto entrambi sorridono: lei per la salvezza che diventa gioco e lui perché in fondo deve essere una soddisfazione enorme riportare la serenità lí dove né il terremoto né la neve sono riusciti a seppellire la speranza.
In questi giorni siamo bombardati da immagini che ci arrivano dai luoghi del terremoto eppure questa mi ha colpito fin da subito: perché lì dentro ci sono le persone. Mentre gli editoriali e le analisi si sprecano sulle turbine, le sonde, i parametri e i soldi (ed è giusto che sia così) questa foto sembra raccontarci che le persone, quelle profondamente umane con le proprie disgrazie, fatiche, con le soluzioni pensate lì per lì, con quel gesto fuori dal protocollo per aggiungere una carezze, con l'istinto naturale di protezione solidale, queste persone sono il cuore del salvataggio in questo Paese.
Diceva Epicuro: "Non è tanto dell'aiuto degli amici che noi abbiamo bisogno, quanto della fiducia che al bisogno ce ne potremo servire". Rachele, di sicuro, crescerà con la fiducia che si merita.
Sotto la neve e le polemiche c'è una dignità di piccoli gesti, di eroismi solitari non raccontati e di affettività che non si arrende.