Il giallo di Alessio Vinci e del messaggio cifrato, spunta una lettera anonima sul biglietto in francese
Sono ancora troppi i misteri che ruotano attorno alla vicenda di Alessio Vinci, il ragazzo di diciotto anni trovato senza vita ai piedi di una gru a Parigi, nel gennaio 2019. Dopo la sua morte, la Procura di Roma aprì un fascicolo parlando di istigazione al suicidio.
Poiché le indagini subirono una battuta d'arresto, inizialmente la polizia chiese l'archiviazione del caso, una richiesta che però il gip capitolino ha declinato lo scorso novembre, disponendo nuovi accertamenti sulle connessioni pc e cellulare del 18enne in orari post mortem ma anche sul luogo e sulle dinamiche del delitto.
Da quel momento dunque, le indagini proseguono a ritmo serrato: "Sono convinta che Alessio non si sia suicidato né per istigazione né per volontà. Ed è per questo che ho insistito con la richiesta di imputazione coatta […] Il corpo del ragazzo presentava ferite importanti e posso dire con assoluta certezza che, dalle scene acquisite dagli inquirenti nel luogo del delitto, è stato possibile notare numerosi elementi che protendono verso l'idea di una vera e propria colluttazione tra Alessio e qualcun altro", aveva confidato la legale Sara Dettori nel corso di un'intervista a Fanpage.it.
L'avvocato fa sapere che proprio di recente, una lettera anonima è stata recapitata nel suo ufficio, il cui contenuto offrirebbe "una brillante, direi quasi tecnica interpretazione alternativa della lettera in lingua francese, scritta da Alessio, la cui conclusione esortava tutti a leggere il messaggio cifrato (E.T.P…), anch'esso lasciato nella camera d'albergo poco prima di uscirvi e non farvi più ritorno".
Nella stanza d'hotel quindi, dopo il ritrovamento del corpo di Alessio, vengono rinvenuti due fogli: il primo, contenente le ultime parole del diciottenne scritte in francese, seguito dal secondo, il quale indicava il messaggio cifrato che segue. Un codice criptico i cui tentativi di decodifica sono attualmente in corso.
Quello che sappiamo è che la missiva è anonima e che con molta probabilità proviene dal nord Italia, più precisamente dal Veneto. "Sarebbe interessante capire chi sia il mittente, che si palesasse con me e mi contattasse per un confronto con il pubblico ministero, il quale continua a procedere attivamente con le indagini suppletive", spiega Dettori a Fanpage.it
L'invito che la dottoressa manda al mittente della lettera, quindi, è quello di farsi avanti, sottolineando anche la propria volontà di "rispettare la scelta del soggetto di rimanere nell'anonimato". Ora, la missiva è nelle mani del pm che nel frattempo, insieme alla legale Dettori, continua a proseguire la strada verso l'accertamento della verità.